L’influenza è tornata a causare i numerosi ricoveri ospedalieri e decessi che causava prima della pandemia. E sono gli anziani che, con maggior probabilità, rischiano di subire il più alto impatto clinico della malattia, in termini ad esempio di polmoniti, eventi acuti di natura cardio-cerebrovascolare come infarto o ictus, un aggravamento di eventuali patologie croniche preesistenti, oltre a possibili esiti fatali.
Prevenire la malattia per gli anziani è quindi fondamentale, ma andrebbe fatto nel modo più appropriato. È infatti ampiamente dimostrato dalla letteratura che, con l’aumentare dell’età, la risposta immunitaria è più debole allo stimolo vaccinale e quindi un vaccino antinfluenzale “classico” potrebbe non offrire una protezione adeguata. Esistono però soluzioni vaccinali specificatamente indicate per questa popolazione, come il vaccino contenente un maggiore dosaggio di antigene. Questo vaccino è stato appositamente studiato per garantire una protezione superiore rispetto al vaccino a dosaggio tradizionale, nel rispetto dei medesimi standard di sicurezza e tollerabilità. È un vaccino in commercio da più di dieci anni, che ha dimostrato ampiamente la sua efficacia nel prevenire l’influenza e le sue complicanze, riducendo i ricoveri per polmoniti del 27% in più di quanto riesca a fare il vaccino standard e i ricoveri per cause cardio-respiratorie del 18% in più.
«L’influenza ha un impatto clinico sottovalutato, mentre i pazienti anziani con pluri-patologie sono ad altissimo rischio di andare incontro a un’inasprimento delle loro condizioni di fragilità» spiega Domenico Crisarà, Segretario FIMMG-Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Regione Veneto. «In questi anni pandemici si è parlato molto dell’importanza di evitare sovraffollamenti nei reparti di medicina interna e terapia intensiva ed è un rischio che in ospedale corriamo ogni anno a causa delle complicanze dell’influenza. E’ fondamentale ridimensionare la portata di questo fenomeno, vaccinando questi pazienti nella maniera più appropriata, ossia con vaccini in grado di ridurre la probabilità di ricoveri ospedalieri associati ad infezione influenzale. A tal proposito il vaccino ad alto dosaggio ha una storia pluriennale di dati di efficacia nella prevenzione delle ospedalizzazioni per tutte le cause correlabili a influenza».
Nel video:
- Domenico Crisarà, Segretario FIMMG-Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Regione Veneto