Al Congresso Nazionale SIMIT, la Società Italiana di Malattie infettive e Tropicali, sono stati presentati nuovi studi sulla triplice terapia, un trattamento che combina tre potenti farmaci per formare il più piccolo regime triplice in una singola compressa. Al Congresso sono stati presentati nuovi dati “real-world” dell’analisi di follow-up a 24 mesi dello studio BICSTaR, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di BIC/FTC/TAF (bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide) nella pratica clinica in nove Paesi.
Sia nelle persone mai trattate sia in quelle che in precedenza hanno assunto altri farmaci, la triplice terapia ha determinato la soppressione virale, vale a dire che il virus èpresente a livelli talmente bassi da non essere nérilevabile, néreplicabile e soprattutto non trasmissibile. Complessivamente, il 97% persone mai trattate e il 95% di quelle che in precedenza hanno assunto altri farmaci hanno ottenuto la soppressione virale a 24 mesi. Questi dati rafforzano la sicurezza e la durabilità di BIC/FTC/TAF nelle persone con HIV e con elevati livelli di comorbidità.
Al Congresso Nazionale SIMIT si è parlato anche della semplificazione della terapia antiretrovirale: l’arrivo dei farmaci a lunga durata d’azione, come lenacapavir, permetterà di spezzare il ritmo quotidiano della terapia orale e di combattere lo stigma a esso associato. «Lenacapavir ha due caratteristiche importanti: la prima è che ha la caratteristica di agire non su un singolo punto del ciclo di replicazione del virus, ma su più punti, sia in fase precoce, quando la particella virale cerca di introdurre il materiale genetico all’interno del nucleo della nostra cellula, sia in fase tardiva quando si forma la nuova particella virale» spiega Antonella Castagna, primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «L’altra caratteristica che rende questo farmaco affascinante è che vi è una flessibilità nella formulazione. Abbiamo la possibilità di una formulazione orale, ma studi in corso stanno sperimentando somministrazione sottocutanea, long-acting, cioè con una somministrazione ogni 24 settimane».
Nel video:
- Giovanni Di Perri, Direttore della Clinica Di Malattie infettive Università degli Studi di Torino
- Antonella Castagna, primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’Ospedale San Raffaele di Milano