Si chiama POP e potrebbe migliorare l’accesso alla contraccezione

La pandemia di Covid-19 ha aumentato le difficoltà incontrate dalle donne nell’accedere alla contraccezione: in Italia si è assistito ad una diminuzione del 54% negli esami ginecologici, del 34% di nuovi trattamenti e di circa 130.000 cicli contraccettivi in meno.

Gli attuali inconvenienti della contraccezione limitano le scelte delle donne in merito alla loro salute riproduttiva, riguardo le informazioni e la consapevolezza della gestione della propria fertilità; la difficoltà nell’organizzare un consulto con il medico (spostamenti, cura dei figli, assenza dal lavoro…); le difficoltà di accesso a servizi potenzialmente distanti e con brevi orari di apertura, dove potrebbero essere disponibili soltanto alcuni metodi contraccettivi.

La pillola progestinica risulta essere il contraccettivo più sicuro in assoluto, perché priva di estrogeni

In relazione a questa situazione la POP, cioè la pillola contraccettiva a base di solo progestinico, potrebbe venire incontro alle scelte delle donne in merito alla fertilità, soprattutto se fosse accessibile in farmacia senza obbligo di prescrizione medica.

«Favorire la possibilità delle donne di accedere a un metodo contraccettivo sicuro ed efficace con il supporto del farmacista è un importante passo avanti, soprattutto in un periodo come questo dove abbiamo incontrato più difficoltà nell’erogare visite specialistiche» spiega Rossella Nappi, Docente dell’Università di Pavia e membro del direttivo della Società Internazionale di Endocrinologia Ginecologica (SIGE). «Il confronto con il medico resta fondamentale per una discussione approfondita sulle scelte in tema di salute riproduttiva a lungo termine, ma non avere l’obbligo di prescrizione nell’uso della POP può aiutare, anche in Italia, tutte le donne nella gestione della propria fertilità con maggior consapevolezza in caso di bisogno immediato».

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