Presentati nuovi dati relativi a guselkumab, farmaco per il trattamento di psoriasi a placche (Pso). Quest’ultimo ha lo scopo di comprendere quanto l’intervento precoce possa impattare sul decorso della malattia a lungo termine. Questi nuovi dati individuano la categoria dei “super-responder” in quei pazienti che, avendo ricevuto il trattamento con guselkumab, abbiano risposto con un punteggio PASI pari a 0d (Psoriasis Area and Severity Index) sia alla 20a che alla 28a settimana. Guselkumab è il primo anticorpo monoclonale, interamente umano, approvato che si leghi specificatamente alla subunità p19 dell’interleuchina (IL)-23 e ne inibisca l’interazione con il recettore IL-23.
Al 31esimo Congresso della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) Janssen ha presentato 38 abstract relativi a dati degli studi GUIDE, VOYAGE 1 e VOYAGE 2.
“Attualmente, le persone con psoriasi vanno incontro ad un percorso di cura lungo e complicato, nel tentativo di trovare il regime più adatto a loro e al loro stile di vita“, ha dichiarato Kilian Eyerich, M.D., Professor and Medical Director, Department of Dermatology, Medical Center – University of Freiburg in Breisgau, Germania. “Questi risultati suggeriscono che coloro che ricevono il trattamento subito dopo l’insorgenza della malattia possono registrare percentuali più elevate di guarigione dalla psoriasi.”
Questi dati si basano su analisi che suggeriscono che gli adulti con Pso a placche da moderata a grave, che iniziano il trattamento con guselkumab a meno di due anni dall’insorgenza dei sintomi, hanno maggiori probabilità di raggiungere lo stato di super-responder (odds ratio [OR]=1,58; intervallo di confidenza [CI] al 95 per cento: 1,16-2,14), dopo aver adattato le differenze nelle caratteristiche di baseline.3 È stato inoltre riscontrato che le probabilità di risultare super-responder diminuiscono, in caso di utilizzo precedente di farmaci biologici (OR=0,47; 95 per cento CI: 0,28-0,78), in funzione dell’aumento dell’età (OR=0,98; 95 per cento CI: 0,97-0,99) e dell’indice di massa corporea (OR=0,95; 95 per cento CI: 0,93-0,98).
“La psoriasi può causare sintomi difficili e dolorosi per i pazienti e può presentarsi con varie manifestazioni“, ha dichiarato Lloyd Miller, M.D., Ph.D., Vice President, Immunodermatology Disease Area Stronghold, Janssen Research & Development, LLC. “Siamo impegnati a studiare e comprendere il decorso della malattia per contribuire allo sviluppo di terapie efficaci e all’ottimizzazione di quelle esistenti per ridurre il carico dei pazienti, migliorando quindi i sintomi e gli esiti associati alla malattia“.
Per quanto riguarda gli studi quinquennali VOYAGE 1 e VOYAGE 2 le nuove analisi dei dati dimostrano che, con guselkumab:
– i livelli elevati della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL), definiti dal punteggio del Dermatology Life Quality Index (DLQI) pari a 0 o 1, raggiunti nei pazienti con completa o quasi completa clearance cutanea, sono rimasti ad un livello costante (intervallo 87,1-95,5 per cento per i pazienti che raggiungono PASI 100), misurati circa ogni 24 settimane, dalla settimana 100 alla settimana 252 di trattamento;
– le risposte di clearance cutanea sono rimaste costanti fino a cinque anni nei pazienti con Pso del cuoio capelluto o delle unghie, indipendentemente dalla gravità della malattia al baseline.4
– In un’analisi a posteriori dei dati aggregati, la maggior parte dei pazienti con Pso da moderata a grave, ha ottenuto un miglioramento del punteggio PASI superiore al 90 per cento (>77,8 per cento tra testa, tronco, arti superiori e arti inferiori) o del 100 per cento (>70,2 per cento tra testa, tronco, arti superiori e arti inferiori). Questi dati sono stati duraturi e sono rimasti costanti fino alla settimana 252.