Nel campo dell’ematologia i progressi sono davvero incoraggianti. Al congresso 2022 dell’American Society of Clinical Oncology sono stati presentati nuovi dati che suggeriscono risposte profonde continue e durature nel trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario grazie al nuovo farmaco teclistamab.
Al congresso della European Hematology Association sono stati resi noti dati relativi a un altro farmaco, talquetamab, e anche in questo caso sono stati raggiunti risultati significativi in pazienti sempre con mieloma multiplo. Talquetamab e teclistamab sono due anticorpi bispecifici, una nuova categoria di anticorpi monoclonali che permette di riconoscere i recettori sulle cellule tumorali, provocandone l’attivazione, e di “colpire” le cellule tumorali bersaglio.
«Gli anticorpi bispecifici realizzano un ‘ponte’ molecolare tra il sistema immunitario e le cellule tumorali» spiega Benedetto Bruno, Professore ordinario di Ematologia Università degli studi di Torino e Direttore del Dipartimento Ematologia all’A.O.U. Città della Salute e della Scienza Molinette di Torino. «Questo meccanismo consente all’organismo di reagire contro il tumore e di attaccare le cellule tumorali»
Un altro tumore che fino a pochi anni fa si considerava intrattabile era il tumore al polmone. Oggi gli oncologi hanno imparato che non esiste una sola forma di questo tumore, ma diverse varianti che rispondono a terapie sempre più mirate e personalizzate. È il caso tumore del polmone non a piccole cellule EGFR-mutato, contro il quale oggi è disponibile il farmaco amivantamab, il primo trattamento per questo tumore. «Il tumore al polmone si presenta in diverse varianti» conferma Michele Milella, Professore ordinario di Oncologia Università degli studi di Verona, Direttore Divisione Oncologia Azienda Ospedaliera di Verona. «Nel 50% circa dei casi presenta alterazioni molecolari che sono il bersaglio dei nuovi farmaci per i tipi di carcinoma mutato».
Sono questi alcuni dei risultati ottenuti da Janssen Oncology, divisione specializzata nell’oncologia solida e nell’ematologia dell’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, la cui rilevanza è in continua e rapida crescita. «Negli ultimi trent’anni Janssen ha contribuito in maniera significativa al miglioramento delle terapie, della qualità e delle aspettative di vita dei pazienti oncologici con farmaci quali per esempio bortezomib e abiraterone acetato, che hanno permesso approcci totalmente nuovi nel trattamento del mieloma multiplo e del cancro alla prostata rispettivamente, al punto da essere stati inseriti nella lista dei farmaci essenziali per l’umanità da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità» aggiunge Danilo Arienti, Therapeutic Area Hematology Medical Manager di Janssen Italia.