Spossatezza, affanno, difficoltà a svolgere i compiti della quotidianità: sono i principali sintomi dell’ipertensione polmonare arteriosa, una malattia cardio-polmonare rara poco conosciuta e sottovalutata.
I medici di riferimento sono il medico di medicina generale, lo pneumologo ma soprattuto il cardiologo, che con esami facilmente accessibili e non invasivi evita che ci sia un ritardo nella diagnosi.
«L’ipertensione arteriosa polmonare è una condizione rara (l’epidemiologia definisce ‘rara’ una malattia che colpisce meno di 5 persone su 10.000 abitanti) e per questo poco conosciuta; i sintomi sono aspecifici, come spossatezza, affanno, difficoltà a svolgere i compiti della quotidianità, in alcuni casi estremi lo svenimento ed è pertanto difficile arrivare a sospettarla , con conseguenti ritardi anche significativi nella sua diagnosi» – spiega Renato Carignola, Responsabile Reumatologia-Scleroderma Unit AOU S.Luigi Orbassano. «Senza le cure adeguate, l’ipertensione arteriosa polmonare può condurre allo scompenso cardiaco e, come estrema conseguenza, alla morte prematura del paziente. La diagnosi precoce è la condizione indispensabile per una terapia anch’essa precoce, che significa una prognosi più favorevole per il paziente, sia in termini di qualità di vita sia in termini di aspettativa di vita. Proprio per questo, è importante fare informazione e sensibilizzare in particolare le popolazioni a rischio tra le quali particolare attenzione deve essere rivolta ai pazienti affetti da sclerodermia».
Sono questi gli obiettivi della campagna di sensibilizzazione “La vita in un respiro”, promossa da Janssen Italia, sensibilizzare la popolazione sui bisogni dei pazienti e valorizzare l’importanza della diagnosi precoce, del percorso diagnostico-terapeutico appropriato, dell’accesso alle cure.