L’herpes zoster, conosciuto anche come Fuoco di Sant’Antonio, provoca prurito e dolore di elevata intensità. È causato dalla riattivazione del virus della varicella, che può scatenare la malattia in età matura. Si calcola che almeno un terzo di tutte le persone adulte avrà nella propria vita almeno un episodio di herpes zoster. Questa patologia ha conseguenze assai gravi, come una sintomatologia neurologica (nevralgia posterpetica) che si caratterizza per un dolore ai limiti della sopportabilità. Da un punto di vista epidemiologico possiamo dire che in soggetti con più di 50 anni con herpes zoster questa complicanza occorre in circa l’80% dei casi, un dato che evidenzia come la gravità e le conseguenze della patologia.
Per prevenire l’herpes zoster finora era disponibile soltanto un vaccino a virus vivo attenuato, che però non può essere somministrato nei pazienti immunocompromessi, come coloro che sono affetti da patologie reumatologiche e per questo fanno uso di farmaci immunosoppressori.
Oltretutto, alcuni farmaci di nuova generazione utilizzati contro l’artrite reumatoide possono aumentare il rischio di herpes zoster. Con le terapie biologiche o biotecnologiche di recente introduzione il rischio è anche leggermente aumentato. Per quanto riguarda l’herpes zoster, la frequenza è decisamente in crescita rispetto al rischio delle terapie tradizionali. Un fenomeno evidente ad esempio con i JAK inibitori, che producono vistosamente questo effetto
Nel 2021 in Italia è stato approvato un nuovo vaccino contro l’Herpes Zoster ricombinante adiuvato. Rispetto a quello disponibile finora, questo nuovo vaccino ha un’efficacia maggiore del 90% e, nei soggetti sopra ai 18 anni, può essere somministrato anche nei pazienti immunocompromessi, come coloro che sono affetti da patologie reumatologiche e per questo fanno uso di farmaci immunosoppressori. Il nuovo è un vaccino ricombinante adiuvato: contiene la glicoproteina E del virus combinata ad un sistema adiuvante che stimola la risposta immunitaria