Oltre 46 milioni di italiani hanno sofferto di almeno un piccolo disturbo nell’ultimo anno, con alcuni malanni che hanno visto un forte aumento in questi mesi di pandemia: il 60,3% degli italiani ha sofferto di mal di schiena (+20,1% rispetto al 2017), il 49% di mal di testa (+23,1%), il 35,2% di mal di stomaco, reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi (+19,5%).
Sono i dati forniti da uno studio condotto dal Censis, presentati nel corso dell’evento “La sanità che vorrei: il valore dell’automedicazione responsabile”, organizzato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica.
Nell’anno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, il ricorso ai medicinali di automedicazione è stato fondamentale tanto che il 65,4% degli italiani si è autogestito, ricorrendo a farmaci senza obbligo di ricetta che già conosceva: a farlo di più sono i giovani (77,8%), laureati (72,8%), occupati (71,6%). Per il 76,1% di questi l’automedicazione si è rivelata decisiva o importante per guarire e svolgere le attività a cui avrebbe dovuto rinunciare.
Lo studio Censis evidenzia come l’approccio all’automedicazione sia responsabile: fatta 100 la quota di italiani che si sono autogestiti, il 77,4% si è rivolto anche al medico o al farmacista.
“Da oltre 50 anni Assosalute promuove progetti per valorizzare l’automedicazione responsabile e l’empowerment del cittadino con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura sanitaria del nostro Paese e alla sostenibilità del nostro Sistema Sanitario”, afferma Salvatore Butti, Presidente di Assosalute-Federchimica. “La pandemia ha accelerato alcuni processi e messo sotto gli occhi di tutti – cittadini, professionisti del settore e Istituzioni – la necessità di far fronte alla domanda di salute crescente, che non sempre riesce a essere corrisposta dalle risorse non illimitate del nostro Sistema Sanitario”.
“Lo studio evidenzia un ricorso diffuso all’automedicazione, un trend che non solo si conferma nel tempo, ma che addirittura si è rafforzato proprio durante la pandemia” afferma Francesco Maietta, Responsabile Area Politiche Sociali del Censis. “I dati certificano come l’automedicazione faccia parte dell’evoluzione culturale e sanitaria degli italiani e quanto giochi un ruolo strategico perché, se praticata in modo responsabile, permette di liberare risorse che possono essere investite per la cura di altre patologie e per sostenere l’innovazione. I risultati dimostrano come cittadini consapevoli possono curarsi in modo efficace e riprendere prima le attività, un dato che evidenzia il contributo dell’automedicazione anche in termini di riduzione delle assenze dal lavoro e taglio di costi sanitari, economici e sociali”.
Nel video:
Francesco MAIETTA
Responsabile Area Politiche Sociali del Censis
Salvatore BUTTI
Presidente di Assosalute-Federchimica
Domenico RISARÀ
Vicesegretario Nazionale Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg)
Anna Lisa MANDORINO
Segretaria Generale di Cittadinanzattiva