Angioedema ereditario, disponibile anche in Italia la siringa preriempita di lanadelumab

Ancora un passo in avanti che conferma l’attenzione di Takeda nei confronti dei pazienti con malattie rare. Un impegno che si rinnova ogni giorno e che oggi raccoglie l’appello di coloro che sono affetti da angioedema ereditario, una malattia genetica rara che colpisce circa 1 persona su 50.000 in tutto il mondo e 1000 in Italia. La patologia si traduce in attacchi ricorrenti di edema – gonfiore – in varie parti del corpo, tra cui addome, viso, piedi, genitali, mani e gola. Il gonfiore può essere debilitante e doloroso. Gli attacchi che ostruiscono le vie respiratorie possono causare asfissia e sono potenzialmente mortali.

“Gli attacchi di angioedema ereditario sono imprevedibili e particolarmente invalidanti per questi pazienti. Di conseguenza il nostro obiettivo è contribuire ad eliminarli il più possibile – afferma Alfonso Gentile, Medical & Regulatory Director Takeda Italia – La disponibilità di lanadelumab, anticorpo monoclonale per il trattamento preventivo dell’angioedema ereditario, rappresenta un’opzione di trattamento in più per aiutare a prevenirne gli attacchi, con notevole miglioramento della qualità di vita del paziente stesso”.

Lanadelumab è un anticorpo monoclonale (mAb) umano che inibisce l’attività della callicreina plasmatica – il cui aumento dell’attività porta ad attacchi improvvisi nelle persone con angioedema ereditario – per aiutare a prevenire gli attacchi di HAE. Nello studio di fase III di 26 settimane, che comprendeva 125 persone con angioedema ereditario, lanadelumab ha ridotto il numero medio di attacchi mensili di HAE dell’87% rispetto al placebo, somministrato a 300 mg ogni due settimane e del 73% rispetto al placebo somministrato a 300 mg ogni quattro settimane (P>0,001 corretto). Un’analisi esplorativa pre-specificata ha mostrato che durante l’intero studio di 26 settimane (giorni 0-182), il 44% (n=12/27) dei pazienti che assumevano lanadelumab 300 mg ogni due settimane era privo di attacchi rispetto al 2% (n=1/41) dei pazienti che assumevano il placebo. Un’analisi di sensibilità post-hoc ha mostrato che il 77% (n=20/26) dei pazienti che ha ricevuto lanadelumab 300 mg ogni due settimane sono stati esenti da attacchi durante il regime stazionario (giorno 70-182) rispetto al 3% dei pazienti con placebo (n=1/37).

“La nuova siringa preriempita rappresenta un importante passo in avanti nel trattamento di questa patologia – afferma il dottor Andrea Zanichelli del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco, Università degli Studi di Milano – È un dispositivo che renderà i pazienti più indipendenti, facilitando la somministrazione e l’accettazione della terapia, grazie all’innovativo sistema comodo e sicuro che elimina il trasferimento della soluzione da altre fiale, evitando così anche il pericolo di eventuali contaminazioni batteriche. Inoltre, può essere di grande aiuto per gli adolescenti o per gli adulti, che possono portarlo con loro nel corso delle attività quotidiane e anche in viaggio”.

Lanadelumab ha un’emivita di circa due settimane e può essere auto-somministrato come un’iniezione sottocutanea ogni due settimane. Negli studi clinici, la maggior parte dei pazienti ha impiegato da 10 a 60 secondi per somministrare l’iniezione.

“Siamo particolarmente orgogliosi di poter offrire ai pazienti un risultato importante della nostra ricerca: la somministrazione sottocutanea di lanadelumab conferma il forte impegno di Takeda nel rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti con patologie rare e ribadisce la focalizzazione verso l’innovazione farmaceutica.”– afferma Annarita Egidi, General Manager di Takeda Italia.

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