Infertilità, al via il nuovo progetto di “Parole Fertili: la creatività come risorsa. Viaggio nel Paese delle maschere narranti”

Il progetto “Parole Fertili: la creatività come risorsa. Viaggio nel Paese delle maschere narranti” nasce dalla collaborazione tra CDI-NarrAzioni, il Centro di Drammaterapia Integrata creato da Sandra Pierpaoli, psicologa, psicoterapeuta e artiterapeuta, DNM, la startup che ha ideato PsyDit, una piattaforma per percorsi di supporto psicologico digitali innovativi e Rossella Nappi, docente dell’Università degli studi di Pavia, ginecologa, endocrinologa, sessuologa e direttore del Centro della Fertilità.

Secondo studi riportati dall’Istituto Superiore di Sanità*, quasi tutte le donne che affrontano un trattamento per l’infertilità mostrano, sia pure in misura diversa, sintomi di ansia, irritabilità, profonda tristezza, auto colpevolizzazione, calo di energie e di motivazione, tendenza all’isolamento e ipersensibilità. L’infertilità viene spesso descritta come l’esperienza di perdita di una intera dimensione di vita, condizione questa che comprensibilmente causa depressione. È importante, quindi, reagire alla sofferenza psichica.

Grazie al progetto “Parole Fertili: la creatività come risorsa”, le partecipanti potranno contare su un supporto psicologico utile a individuare le risorse interne di ogni persona e, nello stesso tempo, sul sostegno di un gruppo, che potrà fare da specchio e cassa di risonanza alle potenzialità che ogni partecipante sarà riuscita a riconoscere dentro di sé.

Guidate dal team psicologico in 3 diversi gruppi digitali, le partecipanti per circa 2 mesi confronteranno i propri vissuti e le proprie difficoltà utilizzando i linguaggi delle arti, del teatro e della narrazione.

Il Paese delle Maschere Narranti è una fiaba che ogni partecipante potrà creare a partire da una traccia e arricchire con il supporto del gruppo, attraverso la costruzione e l’uso di diverse maschere, che permetteranno di incontrare, riconoscere ed esprimere diverse parti di sé, sia quelle che vengono sollecitate durante un’esperienza di maternità difficile, sia quelle che possono intervenire a «curare» e a «trasformare» tale esperienza e che possono essere identificate e raccontate metaforicamente con la drammatizzazione e con il percorso narrativo. La “maschera” da un lato cela e dall’altro rivela e può essere, in tal senso, un’ottima metafora per stimolare sia l’auto-osservazione e l’introspezione, sia per modulare l’espressione di sé.

Dalla piattaforma www.parolefertili.it e le community su Facebook, Twitter ed Instagram, il progetto Parole Fertili è cresciuto significativamente, fino a diventare una mini serie video, poi un libro edito da Mondadori Electa, ed infine la pièce teatrale “Quasi Genitori”. La Drammaterapia integrata “Parole Fertili: la creatività come risorsa. Viaggio nel Paese delle Maschere narranti” segna una nuova significativa tappa di crescita per la community.

“Da cinque anni sosteniamo Parole Fertili perché rappresenta un nuovo modo di parlare di fertilità e ci ha consentito, nel tempo, di essere sempre più vicini alle persone. – spiega Patrizia Puppi, Corporate Communication & CSR Manager di IBSA Farmaceutici. Siamo davvero felici di accompagnare la nuova iniziativa di Drammaterapia integrata, perché aggiungiamo così un altro tassello ad un lungo e fruttuoso percorso sull’infertilità che va oltre la cura”.

Silvia Misiti, Direttore della IBSA Foundation aggiunge “L’attività si va perfettamente ad inserire nel progetto strategico ‘Cultura e Salute. Alleanza per un futuro sostenibile’ che la Fondazione sta portando avanti. Nei tempi incerti e turbolenti che stiamo attraversando, la cultura e le health humanities si confermano opportunità fondamentali per mobilitare risorse positive nei momenti più critici”.

Nel novembre 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato “What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review, a cura di Daisy Fancourt e Saoirse Finn”, un’analisi dell’efficacia delle arti e dei percorsi culturali nel migliorare la salute e il benessere. Una pubblicazione rilevante, specie in tempi di pandemia, perché dimostra l’importanza delle pratiche artistiche per sostenere la resilienza.

Nel report OMS, alcuni paragrafi e fonti sono dedicati alla declinazione digitale delle arti nella cura, un’area ancora poco studiata.

L’accelerazione digitale generata dalla pandemia può rappresentare un’occasione importante per sperimentare nuove modalità di integrare salute, arte e digitale.

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