Giovani e sessualità: entra in campo l’“effetto scuola”

Continua, da parte di Durex, la promozione di comportamenti responsabili in ambito sessuale a seguito del lancio di “Safe is the new normal”: la campagna educational nata per sensibilizzare le persone sul non tornare alle cattive abitudini della normalità prima del Covid-19.

Secondo l’indagine 2020 dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità” svolta da Durex e Skuola.net, meno della metà degli under 25 sessualmente attivi usa abitualmente il preservativo per contraccezione o per prevenzione dalle Malattie Sessualmente Trasmissibili, mentre 6 giovani su 10 dichiarano di visionare abitualmente video o immagini pornografiche online. Anche se il nemico numero uno rimane ancora l’imbarazzo nel comprare il preservativo o nell’usarlo, rispetto al passato migliorano le conoscenze tra i giovani sulle buone abitudini sessuali e il contributo delle attività scolastiche sul tema è sempre più fondamentale.

Continuare a parlarne: a scuola, con campagne di comunicazione mirate, con un linguaggio adeguato al pubblico di riferimento. Sembra essere questa la strada maestra per far sì che anche i più giovani abbiano le giuste coordinate per approcciarsi senza paura alla propria vita sessuale. E Durex – che da sempre si impegna nel promuovere l’uso del preservativo per una sessualità consapevole e protetta – questo lo sa bene.

A seguito del lancio di “Safe is the new normal” – la campagna educational nata in collaborazione con ANLAIDS Associazione per la lotta contro l’Aids per sensibilizzare le persone sul non tornare alle cattive abitudini della normalità prima del Covid-19 – continua infatti la promozione di messaggi volti a sensibilizzare, questa volta i giovanissimi, ad intraprendere comportamenti corretti e sempre più responsabili in ambito sessuale.

Se da una parte infatti sta migliorando la conoscenza di rischi e buone pratiche tra i giovani, 6 ragazzi su 10 sanno ad esempio riconoscere le principali infezioni Sessualmente trasmissibili (IST), è anche vero che i comportamenti a rischio imperversano ancora. Un dato su tutti: tra i sessualmente attivi circa 1 su 2, quando fa sesso, usa abitualmente il preservativo e quasi 2 su 5 non adottano alcuna precauzione. È questa la lezione che si può ricavare dall’indagine 2020 dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità” svolta da Durex e Skuola.net in collaborazione con E.bi.co. spin-Off accademico dell’Università di Firenze, coinvolgendo 15.254 giovani tra gli 11 e i 24 anni.

La prevenzione per alcuni è ancora un tabù. Il condom, pur essendo riconosciuto come l’unico modo efficace per proteggersi dalle IST da 3 ragazzi su 4, stenta a entrare sempre nella loro quotidianità: il 16% dei sessualmente attivi non usa alcun metodo di profilassi o contraccezione, il 21% si concentra solo sulla contraccezione (usando soprattutto la pillola anticoncezionale) ma non sulla profilassi, il 17% utilizza il preservativo a intermittenza, solo il 46% lo indossa sempre durante un rapporto. E se questa tendenza, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, appare più comprensibile tra chi ha una relazione sentimentale stabile, deve allarmare se ci si focalizza tra chi ha solo relazioni occasionali dove appena il 44% usa abitualmente il preservativo mentre il 21% non prende nessun tipo di precauzione. Anche crescendo, la maturità circa questi aspetti non migliora: i numeri degli 11-13enni sono allineati a quelli dei teenager più grandi.

Uno dei nemici più grandi è però la vergogna. Basti pensare che due terzi dei giovani sessualmente attivi (67%) ancora si imbarazzano a comprare i preservativi: il 28% li acquista nei distributori automatici, lontano da occhi indiscreti; il 35% non si espone e delega il partner, il 4% li ordina online. Solo il 18% va a testa alta in farmacia. Inoltre, il 32% confessa di aver imparato a usarli direttamente facendo sesso, al 26% ha spiegato tutto il partner. Un atteggiamento sicuramente figlio della scarsa abitudine a parlare di questi temi in famiglia: solo 6 su 10 ha affrontato l’argomento ‘prevenzione’ con i genitori.

La conseguenza è che, per evitare impacci dovuti alla gestione del condom, si lanciano ‘senza paracadute’: 2 su 3 durante un rapporto si affidano spesso e volentieri al coito interrotto (il 34% qualche volta, il 28% praticamente sempre). Anche qui non si migliora crescendo. Questo nonostante, per molti, sia un metodo che non mette al riparo da malattie e gravidanze indesiderate: pazzesco che il 23% pratichi questo metodo accettando l’incognita del dopo (il 9% proprio perché si imbarazza a usare altro).

Eppure, in teoria, le conoscenze in materia di sessualità stanno pian piano entrando nel bagaglio mentale dei ragazzi. Sempre più adolescenti e giovanissimi dimostrano di aver chiare le informazioni essenziali. Messi di fronte a un elenco di malattie sessualmente trasmesse, eppure, in teoria, le conoscenze in materia di sessualità stanno pian piano entrando nel bagaglio mentale dei ragazzi. Sempre più adolescenti e giovanissimi dimostrano di aver chiare le informazioni essenziali e messi di fronte a un elenco di MST, il 60% le individua tutte, tranne la cistite. Persino i falsi miti attecchiscono sempre di meno. Circa 8 su 10, ad esempio, sanno che alcune IST possono essere asintomatiche; più di 6 su 10 che certe patologie possono portare all’infertilità; quasi 7 su 10 che il contagio è più facile se non si usano precauzioni; 9 su 10 che è possibile rimanere o mettere incinta anche la prima volta che si fa sesso. Così come è confortante riscontrare che il preservativo venga visto più come strumento di protezione dalle Infezioni Sessualmente Trasmissibili (la pensa in questo modo l’86%) che metodo con funzioni anticoncezionali (è così per il 71%). E solo 1 su 10 ritiene, invece, che la ‘pillola’ possa evitare malattie (e il 79%, giustamente, la vede soprattutto come scudo da gravidanze indesiderate).

Come spiegare questa distanza tra conoscenze teoriche e applicate? Probabilmente a quell’età spaventa più una gravidanza che una malattia, perché solo il 20% di quelli che usano il preservativo impiegano anche altri metodi contraccettivi. E poi nel 2020 anche la potenziale gravidanza fa un po’ meno paura: per esempio la pillola del giorno dopo viene vista come un contraccettivo di emergenza. 1 su 4 vi ha fatto ricorso per gestire potenziali rischi e, tra questi, 1 su 3 più di una volta. Non sorprende quindi che in Italia stiano aumentando significativamente sia la diffusione di Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST) sia le vendite della cosiddetta pillola del giorno dopo.

C’è, quindi, tanto lavoro da fare per proteggere quella parte di popolazione che ancora si espone regolarmente al rischio di contagio. Specie tra i più giovani, visto che sulla cultura sanitaria le sane abitudini le raggiungono i 19-24enni, mentre al di sotto dei 14 anni spesso si stenta. La scuola, ad oggi, sembra essere il canale più efficace per veicolare il messaggio.

Confrontando le risposte di chi ha svolto incontri didattici sul tema con quelle degli studenti a digiuno di nozioni, tutto gioca a favore dei primi: sull’utilizzo dei metodi contraccettivi, sulla conoscenza delle IST, sulla pericolosità di pratiche rischiose come il coito interrotto, sull’utilità del preservativo. L’importante è farlo in tempo utile perché i corsi di educazione sessuale, spesso, arrivano quando ormai è troppo tardi.

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Rassegna stampa 5 ottobre 2020

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