L’emicrania con aura è una patologia molto diffusa e che colpisce oltre 2.5 milioni di uomini e donne nel nostro Paese. Eppure gli italiani non conoscono questa particolare forma di mal di testa preceduta da specifici sintomi neurologici come fenomeni visivi, disturbi sensitivi e del linguaggio, difficoltà motorie e momentanea perdita della visione. Il 42% dei nostri concittadini non ne hai mai sentito parlare. Il 22% ritiene, erroneamente, che sia un’emicrania tipica dell’adolescenza mentre per il 25% interessa sole le donne nei giorni del ciclo mestruale. Un italiano su tre è convinto che per prevenirla sia necessario non abitare in zone molto trafficate o inquinate. Sono i dati di u’indagine condotta sul portale www.emicraniaconaura.it, il primo interamente dedicato alla patologia.
“Vogliamo offrire la prima guida on line interamente dedicata ad una patologia di cui si parla ancora poco in Italia e sulla quale il livello di conoscenza è scarso – afferma il dott. Giorgio Dalla Volta, del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC), Responsabile Scientifico del portale e Direttore del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia -. Sarà costantemente aggiornata con notizie e consigli e gli utenti potranno rivolgere direttamente agli esperti le loro domande su sintomi, diagnosi e rimedi. L’emicrania non può e non deve essere sottovalutata. Chi è colpito, in particolare da aura emicranica, deve rivolgersi sempre il prima possibile ad un neurologo o a un centro cefalee”. Sul portale ampio spazio è dedicato alle cure disponibili per pazienti e specialisti.
In Italia il 12% della popolazione ha avuto almeno una volta nella vita un attacco di emicrania. Interessa soprattutto le donne, si manifesta principalmente tra i 25 e i 55 anni ma può colpire a qualsiasi età. Si calcola che il 5% degli adolescenti residenti nella Penisola soffre di emicrania con aura. “Non è un piccolo disturbo passeggero bensì una grave malattia spesso invalidante – prosegue la dott.ssa Savi -. Lo stress rimane la causa principale e infatti questi mesi, caratterizzati dalla pandemia e dal lockdown, sono stati particolarmente difficili per i nostri pazienti. È possibile contrastarla intervenendo anche su fattori modificabili come gli stili di vita. Solo il 53% degli italiani sa che il fumo di sigaretta ne favorisce l’insorgenza e quattro su dieci sono convinti che sia efficace limitare l’attività fisica. Al contrario lo sport, la cessazione del tabagismo e una dieta sana ed equilibrata possono combattere la malattia”. “Anche le alterazioni ritmo sonno-veglia o privazione del sonno influiscono sulla comparsa della patologia come giustamente sostiene l’oltre 40% degli intervistati – conclude il dott. Dalla Volta -. Possono influire inoltre la febbre, i lunghi viaggi soprattutto in aereo, influenza stagionale o altre patologie così come la familiarità. Rispetto alla popolazione generale i parenti di primo grado di pazienti emicranici hanno un rischio 1,4 volte più elevato di svilupparla. Sono quindi una categoria di persone da tenere sotto controllo e per le quali bisogna intervenire il prima possibile”.