Al via il primo programma di supporto a domicilio per le donne colpite dal tumore ovarico, in grado di rispondere a 360 gradi alle loro esigenze: dalla televisita di controllo, alla consegna del farmaco fino al prelievo ematico a domicilio per l’esecuzione del test BRCA. Un numero verde permetterà alle pazienti di organizzare e svolgere le visite di controllo da remoto e, al contempo, infermieri specializzati saranno disponibili per supportare la gestione di eventuali effetti collaterali.
AstraZeneca si occuperà, inoltre, della consegna a casa delle pazienti di Olaparib, terapia orale per il trattamento del tumore ovarico BRCA mutato.
Un servizio che assume particolare rilevanza in questi mesi di emergenza sanitaria per la pandemia causata dal coronavirus, nei quali è auspicabile fare in modo che i pazienti oncologici seguano il loro percorso di cura, riducendo però il più possibile i tempi di permanenza negli ospedali per il rischio di contagio. Un servizio che però guarda anche oltre: l’innovazione tecnologica può infatti contribuire a una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria anche dopo l’emergenza.
I primi centri a partire saranno l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma.
“In 5 anni i nuovi casi di tumore dell’ovaio, in Italia, sono aumentati dell’8%: erano 4.900 nel 2014, ne sono stati stimati 5.300 nel 2019. È di fondamentale importanza mantenere un rapporto costante con le pazienti e un programma completo di supporto a distanza è la via da seguire per garantire la sicurezza delle donne colpite da tumore ovarico durante questa emergenza – afferma la Prof.ssa Nicoletta Colombo, Professore Associato presso l’Università Milano-Bicocca e Direttore del Programma di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia.
La visita di follow-up da remoto è eseguita e refertata grazie alla tele assistenza su una specifica piattaforma condivisa da oncologo e paziente.
Il programma è indirizzato alle pazienti con tumore ovarico in trattamento con gli inibitori di PARP.
“Oltre al sostegno durante l’emergenza, è quanto mai opportuno capire quanto tali progetti giochino un ruolo decisivo anche nella fase di ‘nuova normalità’. Iniziative come questa, contribuendo all’efficienza e alla sostenibilità dei servizi sanitari, non rappresentano un valore legato esclusivamente alla situazione contingente, ma permettono di ripensare anche al domani” come sostiene la Prof.ssa Domenica Lorusso, Professore Associato presso Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile unità operativa di ricerca clinica presso Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS.