In Italia le coperture vaccinali stentano a decollare, in particolar modo per gli over 65, la fascia di popolazione maggiormente a rischio rispetto alle malattie infettive come influenza, polmonite pneumococcica, herpes zoster e per le loro complicanze. Cosa non funziona, nonostante la gratuità dell’offerta? Qual è la strada per promuovere una maggiore adesione alla vaccinazione, e realizzare l’obiettivo di una vecchiaia non solo lunga, ma anche attiva e in buona salute? Di questi temi si è discusso in occasione del convegno intitolato ‘La prevenzione vaccinale per un invecchiamento in salute‘, promosso da Italia Longeva, la rete del ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva, con il patrocinio di Regione Lombardia, Fimmg, Sigg, Simg e Sltl e con il contributo non condizionante di Seqirus e Msd Italia.
Tra le priorità d’azione emerse dal confronto sulle politiche vaccinali regionali c’è sicuramente il contrasto alla disinformazione e ai pregiudizi, oltre che il bisogno di aumentare la consapevolezza sui vantaggi della vaccinazione e i rischi associati alle malattie infettive prevenibili da vaccino. Poi occorre ampliare e, laddove possibile, personalizzare l’offerta vaccinale, a seconda dell’età e dello stato di salute di cittadini e pazienti, alla luce delle nuove evidenze scientifiche. “I numeri parlano chiaro: alla base delle basse coperture vaccinali c’èuna grave disinformazione sui vaccini e prima ancora sulle patologieche i vaccini possono efficacemente contrastare” dichiara Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva.
Per Bernabei “la buona comunicazione, da parte di tutti i soggetti coinvolti (istituzioni, medici, operatori sanitari, mass media) resta un elemento imprescindibile per contrastare la convinzione, ancora troppo radicata, che la vaccinazione sia solo ‘roba da bambini’, e sensibilizzare la popolazione adulta e anziana a usufruire di questa importante opportunità messa a disposizione dal servizio sanitario”. Proprio perché gli interventi di prevenzione sono rivolti a persone sane, molto spesso non se ne percepisce il beneficio prodotto (assenza di malattia, minori ospedalizzazioni, aumento della produttività, riduzione dei costi diretti e indiretti correlati alle patologie), e se ne sottovalutano i vantaggi nel breve e lungo termine.
“GLI ANZIANI OGGI VOGLIONO INVECCHIAMENTO DI SUCCESSO”
“Noi siamo abituati a una popolazione di vecchi un po’ depressi, un po’ isolati, un po’ remissivi. Oggi i vecchi sono ufficialmente quelli nati nel dopoguerra, quindi è gente che ha fatto il ’68, ha fatto la rivoluzione sessuale, la rivoluzione digitale. Sono vecchi che chiederanno e vorranno un invecchiamento di successo. Una delle chiavi mediche è quella di vaccinarsi”. A spiegarlo è il presidente di Italia Longeva Roberto Bernabei, intervistato a margine del convegno dal titolo ‘La prevenzione vaccinale per un invecchiamento in salute’, organizzato oggi a Palazzo Lombardia. Insomma, verrebbe da dire che ‘non ci sono più gli anziani di una volta’, e per Bernabei si deve iniziare ad abbandonare l’idea ‘classica’ di over 65 che si è avuta fino a questo momento: quella dei ‘baby boomer’, come li definisce il numero uno di Italia Longeva è una generazione completamente diversa.
“Il vecchio di prima non si vaccinava e manco se lo poneva il problema- sottolinea Bernabei- pensava che star male è parte dell’età e arrivederci”. Oggi in Italia come fa sapere Bernabei c’è una copertura vaccinale over 65 che è al 53%, nel Regno Unito è del 75%. “Questi sono numeri che sono destinati a cambiare e con essi tutto il sistema, dal medico di medicina generale agli specialisti agli ambulatori delle Asl, perché- chiude- bisogna essere capaci di intercettare questa popolazione più consapevole”.
Nel video:
- Roberto BERNABEI
Presidente di Italia Longeva- Giancarlo ICARDI
Responsabile dipartimento di Igiene Università di Genova