Ogni anno in Italia si registrano 5.000 casi di tumori attribuiti a infezioni croniche collegate al Papillomavirus umano (HPV). Numeri che aumentano il livello di attenzione attorno alle patologie HPV-correlate, spesso percepite come un pericolo esclusivamente al femminile associato al cancro della cervice uterina e sottovalutando, quindi, l’importante incidenza che il virus può avere anche tra i maschi, vittime anch’essi di malattie causate dall’HPV come il cancro anale o i condilomi genitali.
In caso di condilomi genitali, dopo le prime fasi quasi sempre asintomatiche, l’infezione si manifesta tipicamente con la comparsa di verruche in sede genitale su cervice uterina, vulva, vagina, perineo o ano, oppure extragenitale a livello di naso, bocca o laringe.
Occasionalmente queste lesioni possono manifestarsi come escrescenze grandi anche qualche centimetro dall’aspetto simile alla cresta di un gallo, in questi casi si parla di condilomi acuminati. Spesso innocui, in alcuni casi le verruche e i condilomi possono provocare prurito, fastidio e dolore di lieve entità.
«L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione e la trasmissione avviene prevalentemente per via sessuale; si può quindi capire come i numerosi Papillomavirus costituiscano una minaccia per tutta la popolazione fin da quando inizia l’attività sessuale» spiega Giancarlo Icardi, Professore di Igiene all’Università di Genova. «Disponiamo di molteplici evidenze scientifiche che indicano come la giovane età ed il numero dei partner sessuali rappresentino una condizione di rischio per contrarre l’infezione. Da tali evidenze ne consegue la strategia di prevenzione attraverso la vaccinazione che ha come target primario gli adolescenti di entrambi i sessi al dodicesimo anno di età».
Nel video:
- Carlo Antonio LIVERANI
Oncologia Ginecologica Preventiva Humanitas San Pio X Milano