Epatite C

L’epatite C si può sconfiggere

L’epatite C si può sconfiggere e la prima mossa è fare il test per l’HCV, il virus che la causa. Un tema delicato quanto importante, e meno di un minuto per raccontarlo: questa la sfida lanciata alla più grande community di video-maker al mondo, Userfarm, che l’ha raccolta. Sono tre i video vincitori del contest “Giovani video- maker per una nuova visione: storie per vincere l’epatite C. Insieme l’eliminazione è possibile”.

Il concorso, che ha visto la partecipazione di oltre 20 videomaker da 5 paesi del mondo (Russia, Olanda, Italia, Gran Bretagna e Francia) è promosso da Gilead in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), l’Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), la Fondazione The Bridge e la Federazione LiverPool.

I giovani videomaker hanno esplorato le strade dello storytelling e della metafora con risultati spesso
sorprendenti ed emozionanti con il fine comune di sensibilizzare tutta la popolazione sull’importanza di eradicare l’infezione. Un vero e proprio “invito ad agire” perché solo unendo le forze si potranno rispettare gli obiettivi fissati per il 2030 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: la riduzione dell’90% di nuovi contagi e del 65% delle morti legate all’epatite C.
Per raggiungere questo traguardo è fondamentale coinvolgere le persone che hanno contratto l’infezione, ma che non ne sono ancora consapevoli. Per questo l’appello a fare il test per il virus dell’epatite C è rivolto a tutti, e non solo alle popolazioni considerate a maggior rischio (per esempio chi fa uso di droghe per via iniettiva, la principale via di infezione dell’HCV in Italia). .
L’epatite C, che si trasmette attraverso il sangue, è infatti una malattia subdola e può rimanere asintomatica per molti anni prima di manifestarsi. Dopo 20-30 anni di infezione, però, il 20% dei pazienti sviluppa cirrosi epatica e fino al 5% tumori. I farmaci antivirali ad azione diretta di seconda generazione (DAAs) – nello specifico gli inibitori delle polimerasi e gli inibitori delle proteasi virali, disponibili in Italia dal 2014 – hanno rivoluzionato la storia di questa malattia, rendendo possibile eliminare l’infezione in pochi mesi nella quasi totalità dei casi (oltre il 95%).
“In Italia sono già state curate circa 196 mila persone con questi farmaci, che significa aver ridotto drasticamente la circolazione del virus – sottolinea Salvatore Petta, Segretario dell’Associazione Italiana Studio del Fegato – Da ottobre, inoltre, sarà possibile raggiungere anche quelle persone che per motivi socio-assistenziali non possono sottoporsi alla biopsia epatica e/o al fibroscan, esami fino ad ora richiesti per accedere al trattamento. Mi riferisco, per esempio, ai detenuti nelle carceri o a chi si rivolge ai SerD, i servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale. L’importante novità è resa possibile dall’introduzione nei Registri AIFA dei farmaci DAAs del ‘criterio 12’, una conquista fortemente voluta da AISF. Molto, però, ancora resta da fare e le iniziative come “Insieme si vinCe” sono sicuramente importanti, perché contribuiscono ad aumentare la consapevolezza sull’HCV. Questo aiuta anche a combattere lo stigma che ancora aleggia intorno a questa infezione. Troppe persone ancora non sanno che esistono farmaci efficaci, quasi sempre senza effetti collaterali, e che possono essere somministrati anche in chi ha la malattia avanzata”.
Per guardare i video vincitori:
Breaking not so bad: https://youtu.be/ePwwFOzAb40
Il primo passo: https://youtu.be/VVBr2qaRbIQ
The coach: https://youtu.be/r3Z3JerxZNs

Nel video:

  • Salvatore PETTA
    Segretario Associazione Italiana Studio del Fegato
  • Giampiero MACCIONI
    Presidente Federazione Nazionale Liver-Pool
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