Quanto sono informati gli italiani in tema di rischio cardiovascolare, ipercolesterolemia e prevenzione primaria? E quanto sono consapevoli dei propri livelli di colesterolo rispetto ai valori soglia riportati dalle linee guida? Ce lo svela un’indagine di IQVIA condotta su un campione di 1000 italiani, dalla quale è emerso che gli italiani identificano i livelli di colesterolo alto tra i primi 3 fattori di rischio cardiovascolare, dopo ipertensione e al pari di iperglicemia. Oltre il 90% degli intervistati ritiene infatti il colesterolo alto rischioso o molto rischioso. Nonostante vi sia una diffusa conoscenza sul tema, solo 6 intervistati su 10 hanno fatto un controllo nell’ultimo anno: di questi, il 61% non ricorda i propri valori e oltre 1/3 di chi li ricorda ha un’errata percezione del proprio rischio (dichiara di avere il colesterolo nella norma ma cita valori sopra soglia).
“La consapevolezza degli italiani sulle tematiche cardiovascolari sta aumentando negli ultimi anni. Tra gli intervistati emerge una diffusa conoscenza sui rischi dell’ipercolesterolemia e sulle principali cause, identificate negli stili di vita in primis (alimentazione e sedentarietà) e nella familiarità. Tuttavia, la conoscenza è generica e la percezione del proprio rischio di ipercolesterolemia è molto bassa – spiega Isabella Cecchini, Head of Primary Market Research IQVIA – Abbiamo infatti rilevato una bassa conoscenza dei valori soglia e dei propri valori e una diffusa sottovalutazione del rischio personale. Si conferma la necessità di rafforzare la percezione del rischio personale legato al colesterolo alto, in particolare del ruolo del colesterolo HDL e LDL e delle possibilità di prevenzione, così da favorire stili di vita salutari”.
Dalla ricerca IQVIA emerge inoltre che il 73% degli intervistati conosce gli integratori alimentari per il controllo e la riduzione del colesterolo. Il 52% di chi ha il colesterolo alto, infatti, li usa per controllarlo/ridurlo, mentre il 16% di chi ha valori nella norma, li usa per prevenirlo.
“Un corretto stile di vita, è il primo, fondamentale passo nella gestione delle dislipidemie – spiega il Prof. Alberico Catapano, Professore ordinario di farmacologia presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano. Questo include – come ribadito nelle nuove linee guida ESC/EAS per la gestione del rischio cardiovascolare, presentate nei giorni scorsi a Parigi – l’utilizzo di integratori contenenti riso rosso fermentato che può essere preso in considerazione in soggetti a basso rischio cardiovascolare. Una recente review attesta che l’assunzione di 3mg/die di monacolina K, presente nel riso rosso fermentato, porta a una chiara e significativa riduzione del rischio CV”.
“La possibilità di assumere un integratore specifico che combini diverse sostanze con azione sul colesterolo, come riso rosso fermentato, berberina, policosanoli, con ingredienti quali astaxantina, coenzima Q10 e acido folico, permette di sfruttare l’azione complementare dei singoli componenti e ottenere una riduzione significativa dei livelli di colesterolo LDL – spiega il Prof. Matteo Pirro, Direttore S.C. Medicina Interna dell’Università degli Studi di Perugia, che sottolinea l’importanza del consiglio e del controllo medico. È importante sottolineare come sia chiara la necessità di orientare correttamente il consumatore non solo verso prodotti con una precisa composizione quali-quantitativa supportati da studi clinici, ma anche che rispettino elevati standard di qualità”.
Nel video:
- Alberico CATAPANO
Professore ordinario di Farmacologia Università di Milano- Matteo PIRRO
Direttore Medicina Interna Università di Perugia- Fabio TORRIGLIA
Amministratore Delegato Mylan Italia