I massimi esperti internazionali di Ipertensione Polmonare si sono riuniti a Capri al congresso ‘Fifth Focus on Pulmonary Hypertension’. Un appuntamento importante dove si sono condivise le più recenti acquisizioni su questa malattia grave e invalidante.
L’ipertensione polmonare è una condizione clinica che colpisce cuore e polmoni. È caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna nelle arterie polmonari. Possono essere presenti diverse cause alla base dell’ipertensione polmonare che possono portare a insufficienza cardiaca e decesso. Esistono 5 forme di ipertensione polmonare e ognuna di queste può avere a sua volta diverse cause scatenanti. I sintomi variano da individuo a individuo: capogiri, dispnea, grande stanchezza, gonfiore alle caviglie. I primi campanelli d’allarme si osservano con lo sforzo fisico, anche banale come dover salire qualche gradino o vestirsi. Inizialmente è asintomatica e quando i sintomi compaiono la malattia è già progredita. Alla diagnosi si arriva attraverso numerosi esami come l’ecocardiogramma, la spirometria, la TAC del torace con e senza contrasto, la scintigrafia ventilo/perfusoria e il cateterismo cardiaco destro. Ma non basta fare gli esami, è necessario anche che siano occhi esperti a leggerli per riconoscere il problema.
La malattia resta un nemico difficile e molto pericoloso. Ma rispetto a qualche anno fa dei passi in avanti sono stati compiuti. Ad iniziare dalla diagnosi. Prima si diceva che questa malattia fosse ‘orfana di diagnosi’ perché i pazienti ci arrivavano con anni di ritardo visto che i sintomi della malattia sono subdoli e spesso scambiati per altro, liquidati come stress o persino come eccessiva pigrizia. Oggi, fortunatamente di questa malattia se ne parla di più e quindi è più conosciuta e questo ha fatto sì che i pazienti vengano più rapidamente indirizzati verso specialisti e centri di riferimento in modo da avere prima una diagnosi.
Il ritardo ancora c’è ma si è ridotto.
Oggi si pone particolare attenzione anche alla stratificazione del rischio e cioè a quella valutazione che permette di stabilire il grado di avanzamento della malattia e, di conseguenza, di adottare la strategia terapeutica migliore. E’ una valutazione che richiede molta esperienza e che va ripetuta periodicamente perché è un indice dinamico. Aspetto questo molto importante. Nei pazienti più giovani e privi di altre patologie, una terapia aggressiva e precoce consente a volte di ottenere un miglioramento eclatante, con una ripresa quasi completa delle attività quotidiane ed una buona qualità della vita. Ecco perché bisogna fare presto, non si deve perdere tempo e i pazienti devono essere indirizzati subito verso Centri di riferimento che possano trattarli con le terapie più avanzate.
Per la forma tromboembolica (Ipertensione Polmonare Cronica Tromboembolica-CTEPH) esiste una soluzione chirurgica (l’endoarteriectomia polmonare-EAP) o interventistica (angioplastica polmonare) in quanto è determinata da una causa meccanica. È l’unica forma di Ipertensione Polmonare che può avere una guarigione completa e duratura della malattia. Per le altre forme di Ipertensione Polmonare, come l’Ipertensione Arteriosa Polmonare la ricerca non si è fermata e ha messo a punto farmaci sempre più efficaci e con diverse vie di somministrazione: allungando la sopravvivenza dei pazienti e migliorandone la qualità di vita.
Nei video:
Michele D’ALTO
Responsabile Centro ipertensione polmonare Ospedale Monaldi Napoli
Stefano GHIO
Cardiologo Ospedale San Matteo Pavia
Dario VIZZA
Responsabile Centro ipertensione polmonare Policlinico Umberto I Roma
Andrea Maria D’ARMINI
Responsabile ChirurgiaTrapiantologica Ospedale San Matteo Pavia