L’asma grave è una patologia altamente invalidante, che causa significativi disagi per il paziente che è sempre soggetto a sintomi persistenti e non controllati, riacutizzazioni, risvegli notturni e per il quale risulta impossibile svolgere le normali attività quotidiane. “Si tratta di una patologia ancora non inquadrata correttamente e sottostimata” – spiega il Prof. Francesco Blasi, Ordinario di Malattie Respiratorie dell’Università degli Studi di Milano e Direttore UOC Pneumologia del Policlinico di Milano. “La diagnosi di questa patologia, infatti, è piuttosto complessa anche a causa di diversi fattori ‘confondenti’ che vanno controllati, quali aderenza alla terapia standard, corretto utilizzo degli inalatori e comorbidità presenti nel paziente. È quindi necessario verificare tutti questi elementi e individuare il più precocemente possibile la malattia, al fine di restituire al paziente la terapia più adatta e, con questa, anche una buona qualità di vita”.
L’asma grave è caratterizzata da diversi fenotipi della malattia, ciascuno con specifiche peculiarità. Il fenotipo eosinofilo è caratterizzato da un’elevata infiammazione dovuta all’aumento di questi specifici globuli bianchi, gli eosinofili, cellule che causano la maggiore responsività delle vie aeree agli stimoli irritativi e possono determinare un incremento dei sintomi dell’asma, oltre a compromettere la funzionalità polmonare e causare frequenti riacutizzazioni. Alla base di questo processo c’è l’interleuchina-5, una citochina responsabile dell’attivazione degli eosinofili.
“Benralizumab è un farmaco che ha come target ideale i pazienti che presentano una forma di asma grave di tipo eosinofilico, in particolare quelli in cui l’asma risulta refrattaria alle terapie standard e che sono stati trattati per lunghi periodi e con cicli frequenti di cortisone orale, senza risultati significativi dal punto di vista della sintomatologia” – spiega il Dott. Francesco Menzella, Struttura Complessa di Pneumologia, Arcispedale Santa Maria Nuova – Azienda USL di Reggio Emilia IRCSS. “Benralizumab ha un meccanismo d’azione unico, che agisce selettivamente sul recettore dell’interleuchina-5 inducendo un effetto di deplezione quasi totale degli eosinofili e neutralizzandone il processo infiammatorio. Il farmaco ha un’efficacia immediata e permette un netto miglioramento del controllo dei sintomi e, nella maggior parte dei casi, una riduzione o addirittura la sospensione completa della terapia sistemica con cortisone orale, evitando quindi gli effetti collaterali anche gravi ad essa conseguenti. Grazie a farmaci biologici come benralizumab, è possibile finalmente cambiare l’approccio terapeutico a questa patologia cronica con una terapia mirata e personalizzata in base alle caratteristiche del singolo paziente”.
La terapia biologica si contestualizza dunque non solo come una soluzione efficace e rapida per il controllo dei sintomi dell’asma e per il miglioramento della funzionalità respiratoria – permettendo ai pazienti di ritornare in poco tempo a condurre una vita normale, a svolgere un’attività lavorativa in maniera produttiva e a fare attività fisica – ma anche come strumento per ridurre l’impiego del cortisone orale che, secondo le linee guida, dovrebbe essere utilizzato solo nella gestione delle crisi acute e impiegato ai minori dosaggi possibili, limitandone l’uso a brevi periodi.
Secondo gli ultimi dati del Registro SANI (Severe Asthma Network in Italy), il 64% dei pazienti con asma grave è in trattamento cronico con il cortisone orale, con effetti collaterali significativi come l’insorgenza di osteoporosi, diabete, obesità, ipertensione, glaucoma e insufficienza renale, per citare solo quelli più frequenti.
“L’utilizzo di cortisone orale nella cura dell’asma grave comporta gravi conseguenze per la salute dei pazienti ed enormi costi di gestione sanitaria. Ogni anno si spendono oltre 41 milioni di euro per curare gli effetti collaterali derivanti dalla terapia con corticosteroidi orali, effetti che sono molto più frequenti nei pazienti con asma grave curati con questo trattamento. Sarebbe quindi più utile ed efficiente favorire l’uso della terapia biologica, sia per la salute dei pazienti con asma grave sia per la sostenibilità del Sistema Sanitario” – interviene il Prof. Giorgio Walter Canonica, Direttore del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie, Humanitas University & IRCCS di Milano.
Nel video:
- Francesco Blasi
Professore Malattie Respiratorie Università di Milano- Francesco Menzella
Struttura di Pneumologia Arcispedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia- Lorenzo Wittum
Presidente AstraZeneca Italia