Oggi sono disponibili farmaci in grado di eliminare nel 97 per cento dei casi il virus dell’epatite C. E’ quindi necessario che le persone portatrici del virus arrivino al trattamento e per questo è indispensabile un impegno di tutti i medici per individuare questi pazienti. Ma è utile anche che tutte le persone che sospettano di avere il virus dell’epatite C si rivolgano al proprio medico per un controllo, perché l’infezione anche se non provoca sintomi, potrebbe causare situazioni gravi e pericolose per la salute.
L’epidemiologia delle epatopatie in Italia ha subito un grande cambiamento, in particolare per quanto riguarda le epatopatie virali, anche grazie ai nuovi farmaci disponibili (DAAs) che hanno permesso di ottenere una diminuzione dei casi incidenti di epatite da HCV. Lo scenario delle epatiti virali da HCV è infatti cambiato su diversi fronti. Da un lato lo specialista si trova a gestire una nuova tipologia di pazienti i cui bisogni possono andare oltre gli aspetti strettamente clinici o necessità legate alla malattia epatica. Dall’altro si rendono necessari nuovi modelli organizzativi sia per identificare i pazienti con epatite C sia per poterli trattare e gestire in modo efficiente. Per comprendere realmente chi è oggi il paziente che lo specialista deve gestire, risulta necessario focalizzarsi maggiormente sull’ascolto del paziente stesso, sfruttando ad esempio strumenti come i Patient Reported Outcome (PROs) per avere una più reale percezione di come la persona affronta il percorso di malattia. Guardando poi al futuro delle patologie epatiche, è interessante affrontare il tema dei problemi residuali, quindi i quadri clinici che possono presentarsi una volta che l’epatite virale (HCV, HBC) è stata risolta o è sotto controllo. All’interno dei queste problematiche troviamo gli epatocarcinomi (HCC) e steatoepatite non alcolica (NASH).
Nel video:
- Massimo GALLI
Polo Universitario “L. Sacco” di Milano, Università degli Studi di Milano- Massimo PUOTI
ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano