Disturbi della crescita: un problema per 3 bambini su 100

I disturbi o disordini della crescita sono un’alterazione del normale ritmo di sviluppo del bambino, una delle più frequenti richieste di valutazione pediatrica in Italia, che coinvolge circa il 3 percento dei bambini.
Il peso e la statura possono dare un’idea piuttosto precisa della normalità di sviluppo. Tuttavia, il concetto di crescita “normale” viene definito rispetto a dati statistici raccolti su un gran numero di soggetti. Per questo motivo, la preoccupazione per il corretto sviluppo del bambino è all’ordine del giorno nelle famiglie e può essere fonte di stress per i genitori.
Bisogna tenere sotto controllo l’accrescimento del proprio figlio anche in modo autonomo, senza doversi recare necessariamente dal medico. Tramite il Fascicolo Sanitario Digitale personale (FSDp) “Family Health” pensato da Biomedia come banca dati, è possibile archiviare tutti i documenti sanitari propri e della famiglia registrando gli eventi fisiologici e patologici,creando i “Bilanci di Salute”. Registrandosi gratuitamente al sito familyhealth.it è possibile aggiungere le misurazioni della circonferenza cranica, del peso e dell’altezza e salvare il grafico che apparirà. È possibile condividere i grafici con il medico con un semplice click.
Giovanni Corsello, professore ordinario di pediatria all’Università degli Studi di Palermo spiega che un certo rallentamento della crescita è un fenomeno molto comune nei primi anni dell’età evolutiva. Questo avviene perché la crescita è un processo complesso e multifattoriale di cui vanno considerate diverse componenti a partire da quelle genetica e nutrizionale, che influiscono già nella fase intrauterina. Un’alterazione della crescita può dipendere anche da fattori ormonali che agiscono in modo decisivo anche per indurre lo scatto di crescita nel periodo puberale.
Inoltre anche fattori patologici o fisiologici possono incidere sui ritardi della crescita ed è, quindi, importante la gestione del pediatra. Il suo ruolo è riconoscere se in questo rallentamento ci sono dei fattori patologici. Tra i marcatori genetici c’è l’altezza dei genitori, l’età in cui hanno avuto la maturazione puberale, ma possono esserci anche anomalie congenite, malformazioni, problemi nello sviluppo neuro-psico-motorio che possono associarsi ad una scarsa crescita.
Corsello dice anche che tra le cause patologiche più frequenti ci sono quelle cosiddette ambientali, ovvero legate a fattori esterni come la nutrizione. Per esempio, un ritardo di crescita può essere una spia della celiachia, malattia molto comune che colpisce la mucosa intestinale e non consente di assorbire i nutrienti del cibo assunto. In questi casi, il bambino cresce male, è pallido e mostra carenze vitaminiche, segni che il pediatra può cogliere velocemente per favorire una diagnosi sicura. Ci sono poi malattie allergiche e infiammatorie intestinali croniche che possono causare problemi di nutrizione e assorbimento, con rallentamento sensibile della crescita.
Infine, esistono patologie ormonali, dovute a carenza dell’ormone della crescita prima o di altri ormoni. Tutti i bambini devono essere sottoposti a controlli cadenzati, prima ogni tre mesi e poi ogni sei o 12 mesi, per valutare la velocità di crescita. In caso di patologie o disturbi conclamati della crescita il bambino deve essere monitorato attentamente valutando tutti i parametri biometrici.
Come specificato anche nell’area riservata del Fascicolo Sanitario Digitale personale, se la crescita è inferiore al terzo percentile, è fondamentale sottoporre il bambino a una valutazione dell’età ossea. Una radiografia che coinvolge palmo della mano e polso sinistri, in grado di correlare l’età anagrafica con la velocità di sviluppo dei nuclei di ossificazione.
Solitamente nel primo anno di vita il bambino triplica il peso dalla nascita e aumenta mediamente di 25-30 cm la sua lunghezza. Questo dipende anche da come è stato alimentato e dalla normalità dei suoi tratti genetici. Esistono, inoltre, alcune categorie a maggior rischio di un ritardo di crescita nei primi anni di vita. Per esempio, il 7-8 percento di tutti i nati, soprattutto quando hanno sofferto di una malnutrizione nella vita intrauterina, nei primi anni tenderanno a crescere più lentamente. Solitamente, recuperano dopo i due, tre anni. Si tratta di una conseguenza della gravidanza difficile, che può non avere conseguenze negative a distanza, a patto di un’attenta valutazione e di un intervento efficace su eventuali carenze o disordini.
Per tenere sotto controllo la crescita del proprio figlio, quindi, tramite il Fascicolo Sanitario Digitale personale (FSDp) di “Family Health” è possibile inserire i valori dei diversi parametri, tenendo traccia della data e quindi dell’età del bambino verificandoli immediatamente rispetto ai percentili di crescita.
Il professor Corsello conclude affermando che oggi esistono anche problemi opposti, legati all’eccessiva crescita secondaria a sovrappeso e obesità. Condizioni che non comportano solo un incremento ponderale ma innescano anche un meccanismo che aumenta la crescita staturale. Abbiamo un numero elevato di bambini con un’alimentazione sbilanciata, troppo ricca di calorie, grassi e proteine, che dai primi anni iniziano a crescere molto, in maniera anomala. Sono bambini esposti a stili di vita erronei, in cui rientrano anche la scarsa attività fisica e la sedentarietà, collegati con un uso eccessivo di PC e tablet.

Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

L’esposizione al traffico e all’inquinamento dell’aria esterna aumentano il rischio di asma

Articolo Successivo

clipSALUTE il Tg di domenica 08 aprile 2018

Articoli correlati