Per la stagione 2017-2018 sono previsti dai 4 ai 5 milioni di casi di influenza oltre agli 8-10 milioni di sindromi provocate da altri virus respiratori: una epidemia, quindi, di media entità. Tanto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se, al contrario, l’inverno fosse più mite, saranno invece i virus “cugini” dell’influenza, quelli chiamati virus parainfluenzali, a essere avvantaggiati”.
Se sotto il termine generico di “influenza” si tende a comprendere una grande varietà di forme infettive, si può parlare di “vera influenza” solo se ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente: febbre elevata (>38°) a insorgenza brusca, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. In tutti gli altri casi si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali.
Secondo una indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) sul comportamento degli italiani nel prevenire e affrontare l’influenza presentata a Milano, se una buona fetta di popolazione, quasi il 15%, non fa nulla per evitare di ammalarsi, il resto cerca di prevenire il contagio attraverso comportamenti di buon senso: coprirsi bene (55,1%), evitare gli sbalzi di temperatura (50,8%) e lavarsi spesso le mani (40,8%) sono le misure preventive più diffuse.
Quando ci sia ammala i farmaci senza obbligo di ricetta, di automedicazione risultano essere per il 57% degli italiani il rimedio più utilizzato in caso di sintomi influenzali e da raffreddamento.
Sempre validi anche i vecchi rimedi della nonna – brodo caldo, latte con miele, spremute – a cui si affidano quasi il 42% degli intervistati.
“In caso di contagio – afferma il Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano – non bisogna fare gli eroi, il riposo resta una arma fondamentale per aiutare l’organismo a sconfiggere i virus. Fondamentale è anche ricorrere ai farmaci di automedicazione, il pilastro principale nel trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. L’uso dei farmaci senza obbligo di ricetta deve servire ad attenuare i sintomi senza azzerarli, consultando il medico se le cose non migliorano dopo 4 – 5 giorni. Mai fare ricorso agli antibiotici che si hanno in casa senza prima vedere il proprio dottore. Infatti, gli antibiotici non sono efficaci per curare l’influenza e deve essere il medico curante a valutarne la prescrizione nelle complicanze batteriche broncopolmonari, quando i sintomi non passano oppure se, dopo un’apparente guarigione, si manifesta un ritorno di febbre con tosse produttiva”.
Nel video:
- Fabrizio PREGLIASCO
Virologo Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute Università di Milano