Vaccini e vaccinazioni sono un tema sensibile, non solo perché la copertura vaccinale fra i bambini italiani sta scendendo sotto la soglia di sicurezza, ma in quanto tema che nelle mamme ingenera qualche ansia e risveglia un indiscutibile interesse. Lo testimoniano i dati dell’indagine “Dottore, voglio vaccinare il mio bambino”, che l’istituto Nextplora ha svolto su incarico di SiMPeF-Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, organizzazione che raggruppa oltre 1.200 professionisti in tutta Italia, particolarmente in Lombardia, dove rappresenta oltre l’80 per cento dei pediatri di libera scelta.
Per questa ragione si è voluto concentrare l’attenzione sulla Lombardia, in cui i ricercatori hanno intervistato 400 mamme, con figli in età pediatrica, utilizzando la metodologia CAWI, ossia un questionario online.
Il primo dato che emerge è l’importanza della vaccinazione: la quasi la totalità del campione, 94 per cento, ritiene importante vaccinare il proprio bambino e, a parte quello per l’influenza stagionale, tutti i vaccini sono considerati utili e fondamentali.
Un secondo dato, estremamente significativo, almeno per le mamme lombarde, è il ruolo fondamentale e centrale del pediatra. Il pediatra è la prima fonte di informazione sull’argomento vaccini: il 78 per cento delle intervistate lo ha interpellato in materia – si sale all’83 per cento delle mamme dei bambini più piccoli – ed è ritenuta, dal 91 per cento delle madri, la fonte più autorevole sull’argomento.
Non solo, più della metà delle intervistate, il 64 per cento, gradirebbe fosse il pediatra di famiglia a vaccinare il proprio figlio: sarebbero più sicure e tranquille perché il pediatra, conoscendo la storia clinica del bambino, saprebbe scegliere il momento più adatto per la vaccinazione, potrebbe intervenire in maniera più “efficace” in caso di eventuali “effetti collaterali”, sarebbe più comodo, più vicino a casa e con orari più flessibili, con tempi di attesa minori.
“Queste risposte inquadrano perfettamente la situazione che si vive in Lombardia, e probabilmente in tutta Italia,” – commenta Rinaldo Missaglia, Presidente Simpef. “Da un lato registrano le ansie e le preoccupazioni, del tutto ingiustificate, delle madri rispetto alla vaccinazione; dall’altro un impatto negativo con il sistema dei centri vaccinali, in cui viene a mancare il rapporto di fiducia personale con il proprio pediatra: si è considerati, hanno dichiarato le madri, “numeri”; maturano tempi di attesa inaccettabili per l’appuntamento: addirittura più di 1 anno per le vaccinazioni contro la meningite da meningococco B; si riscontrano rigidità eccessive nel cambiare appuntamento, e insoddisfazione sugli orari di apertura, costi e tempi dei servizi”, spiega.
Infatti, circa 3 mamme intervistate su 4 espongono qualche ansia in relazione ai vaccini: la principale preoccupazione è quella degli effetti collaterali (53 per cento delle mamme), seguono l’interferenza negativa con il sistema immunitario (24 per cento), le prime dosi somministrate quando il bambino è troppo piccolo (23 per cento) e troppi vaccini somministrati nello stesso giorno (22 per cento).
Pur considerato efficiente dal 78 per cento delle mamme lombarde – un po’ meno convinte sono le mamme dei bimbi più piccoli in cui la percentuale scende al 72 per cento – il centro vaccinale mostra numerose criticità: il costo del servizio in caso di non gratuità della prestazione, il tempo di attesa al telefono per le prenotazioni (aspetto particolarmente critico per le mamme di bimbi 0-2 anni), il tempo di attesa per avere un appuntamento, gli orari di apertura del centro. Solo in relazione alla prossimità dei centri e alla regolarità della lettera per la convocazione, le mamme si dicono davvero soddisfatte.
Nota dolentissima: i tempi di attesa medi, di 1 anno, per avere un appuntamento per il vaccino contro la meningite da meningococco B. Il 61 per cento delle intervistate indica che non ci sono giustificazioni a un tempo di attesa così lungo; solo 1 mamma su 4 trova normale questa attesa, dato il recente exploit dei casi di meningite.
“Siamo ben consci di questa situazione di disagio, che le mamme mostrano – riprende Missaglia. Non da oggi, peraltro. Sono molti anni che segnaliamo alle Istituzioni, in primis Regione Lombardia, questi aspetti. Nello scorso mese di novembre, abbiamo inoltrato all’Assessorato al welfare e alla Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale un documento contenente numerose proposte per migliorare il servizio, non solo vaccinale. Frutto di un’approfondita analisi dell’offerta sanitaria territoriale, svolta in collaborazione con il Cergas (Centro di ricerche e gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) Bocconi, tra le altre cose propone che anche i pediatri di famiglia possano vaccinare nei propri ambulatori, come molte madri sollecitano. Si otterrebbero alcuni semplici, ma fondamentali risultati: l’aumento della copertura vaccinale, grazie anche all’opera di sensibilizzazione diretta sui genitori, sostenuta dal rapporto di fiducia tra le parti; la riduzione delle liste d’attesa, soprattutto per le vaccinazioni super-richieste come quella contro la meningite. Infatti, laddove si è già sperimentato ed attuato il progetto di vaccinare nello studio del proprio pediatra, si sono raggiunti risultati di copertura maggiori, con piena soddisfazione dell’utenza, per la possibilità di scegliere il momento più adatto alla vaccinazione in base alle condizioni fisiche del bimbo. Infine, una semplice notazione – puntualizza –, nonostante molte sollecitazioni negli anni, ancora oggi il pediatra di famiglia non ha accesso ai dati delle vaccinazioni dei propri assistiti all’interno del sistema informativo sanitario lombardo: non ci è consentito sapere se un bambino sia stato vaccinato o meno, dobbiamo chiederlo ai genitori”.
Finalmente, tuttavia, dopo lunga attesa, qualcosa sembra essersi messo in movimento proprio in questi giorni nei quali l’attenzione della Regione al tema della vaccinazioni sta crescendo. “Abbiamo iniziato un serio dialogo con l’Assessore Giulio Gallera su questi temi, e speriamo che sia possibile arrivare a una soluzione condivisa che possa soddisfare i legittimi desideri delle mamme. D’altronde, i genitori ripongono grande fiducia e aspettativa nel nostro ruolo, tanto che l’81 per cento delle mamme lombarde si ritiene soddisfatta del proprio pediatra di famiglia”, conclude Missaglia.
Nel video:
- Massimo NICOLINI
Managing Director Nexplora Srl- Rinaldo MISSAGLIA
Segretario Nazionale Sindacato Medici Pediatri di Famiglia