Minore istruzione, rischio diabete maggiore

“Secondo il recente rapporto Diabetes Atlas dell’International Diabetes Federation (IDF), il diabete causa 73 morti al giorno in Italia, quasi 750 in Europa. Il dato è tanto più allarmante se si considera che gli italiani che soffrono di diabete sono circa l’8% della popolazione adulta. Inoltre, tenendo conto della correlazione tra diabete e obesità – malattia spesso sottovalutata che nel nostro Paese colpisce 4 – 5 abitanti su 10 – e del loro trend di aumento negli ultimi anni, possiamo definire diabete e obesità come una pandemia, con serie conseguenze per gli individui e la società in termini di riduzione sia dell’aspettativa sia della qualità della vita, e notevoli ricadute economiche. Si tratta quindi un’emergenza sanitaria che necessita di una attenzione specifica da parte dei decisori politici, affinché considerino in tutta la sua gravità questo fenomeno”, spiega Renato Lauro, Presidente Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation.

Nella piena convinzione che la raccolta e la condivisione di informazioni, alla base del confronto e dei processi decisionali, possano contribuire a ridurre il peso clinico, sociale ed economico che queste malattie rappresentano e potranno rappresentare, IBDO Foundation pubblica annualmente un report in grado di offrire una fotografia non parziale della situazione del diabete e dell’obesità a livello mondiale, nazionale e regionale. La decima edizione dell’Italian Diabetes & Obesity Barometer Report dal titolo “Facts and figures about type 2 diabetes and obesity in Italy” è stata presentata oggi a Roma alla Camera dei Deputati nel corso di un incontro promosso dall’On. Daniela Sbrollini, Vice Presidente della XII Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati, che ha sottolineato quanto sia stato fatto finora nella lotta contro diabete e obesità nel nostro Paese ma anche come molto resti ancora da fare, assicurando il proprio impegno personale e quello delle Istituzioni in questa importante sfida.

Il Barometer report, coordinato dal prof. Domenico Cucinotta e che da quest’anno vede per la prima volta la sinergia con l’Istituto Nazionale di Statistica – Istat, vuole attivare il confronto e le riflessioni Istituzionali sui grandi temi che riguardano il diabete e l’obesità nel nostro Paese, come testimoniato anche dal Presidente dell’Istat prof. Giorgio Alleva nell’introduzione al volume.

La collaborazione con Istat si rivela quanto mai fondamentale proprio per la forte connotazione sociale che caratterizza il diabete e l’obesità e per l’importanza degli stili di vita per la loro prevenzione, elementi questi che “spingono Istat, da diversi anni, a raccogliere dati da molte fonti su queste patologie e descrivere le caratteristiche e i comportamenti delle persone che ne sono affette”, spiega Vittoria Buratta, Direttore Centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione di Istat.

Nello specifico, parlando di caratterizzazioni sociali del diabete, emerge che questa malattia è più frequente tra le persone con basso titolo di studio. “Nella popolazione adulta, eliminando l’effetto dell’età, un laureato ha un rischio di ammalarsi di diabete quasi tre volte più basso di chi ha solo la licenza elementare, per le donne lo svantaggio tra le meno istruite è ancora più elevato”, dice Roberta Crialesi, Dirigente Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia, Istat. Dalle rilevazioni Istat 2015 emerge come la disuguaglianza sociale sia particolarmente accentuata a partire dai 45 anni. Tra i 45 e i 64 anni la prevalenza del diabete è del 2,9% tra i laureati, del 4% tra i diplomati, mentre raggiunge il 9,8% tra coloro che hanno al massimo conseguito la licenza elementare.

Forte il legame con gli stili di vita: la prevalenza di diabete è pari al 15,1% tra le persone obese – solo il 3,6% tra i normopeso – e all’8,6% tra chi non pratica attività fisica, rispetto al 1,7% tra coloro che praticano abitualmente una attività sportiva.

Anche per quanto riguarda l’obesità e il sovrappeso sono marcate le differenze rispetto al titolo di studio conseguito: tra le persone con almeno la laurea le persone sovrappeso e obese sono il 32,8%, quota che sale al 42,8% tra i diplomati e al 52,7% tra chi ha la licenza media, per raggiunge il 60,4% tra quanti hanno conseguito al massimo la licenza elementare. Tale andamento si osserva in tutte le fasce di età, sia per gli uomini che per le donne.

“Il diabete è decisamente una patologia ‘sociale’ dal momento che, per la sua elevata prevalenza, coinvolge di fatto la popolazione intera”, dice Domenico Cucinotta, Coordinatore Italian Barometer Diabetes Report e Direttore del dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Messina. “Nel nostro Paese infatti considerando i più di 3,5 milioni di persone con diabete noto, i circa 1,5 milioni che non sanno di averlo e i 4,5 milioni con prediabete, ne risulta che quasi 10 milioni di italiani devono fare i conti o sono comunque destinati a fare i conti con questa patologia e a questi vanno aggiunti i loro familiari. Tra 10 anni, in ogni famiglia italiana vi sarà una persona con diabete o un soggetto prediabetico”.

Nel video:

  • Domenico CUCINOTTA
    Coordinatore Italian Barometer Diabetes Report
  • Roberta CRIALESI
    Dirigente Servizio Sistema integrato salute Istat
  • Salvatore CAPUTO
    Responsabile Diabete Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni
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