È partita lunedì 3 aprile 2017 la campagna nazionale di screening gratuiti promossa dal Centro Italiano Occhio Secco, la prima struttura completamente dedicata alla cura di questa patologia, sostenuta e promossa anche dai centri di eccellenza di Milano, Catania, Napoli, Roma, Varese.
La sindrome dell’occhio secco in Italia colpisce il 90% delle donne in menopausa e un italiano su quattro dopo i 50 anni. Fra le cause acquisite dell’occhio secco, sta assumendo un ruolo sempre più importante, soprattutto fra adolescenti e bambini, l’utilizzo troppo assiduo di smartphone, tablet e computer.
Un bambino su cinque in Italia prende contatto con cellulari e tablet nel primo anno di vita. Fra 3 e 5 anni di età, l’80% è in grado di usare il telefonino di mamma e papà. Questi i dati in sintesi di un grande studio realizzato dal Centro per la Salute del Bambino di Trieste in collaborazione delI’Associazione culturale Pediatri.
Un’altra grande indagine realizzata fra gli adolescenti dal “Net Children Go Mobile” dell’Università Cattolica di Milano, ha dimostrato che oltre il 50% tiene il cellulare acceso giorno e notte; e già a 9-10 anni il 26% ha un proprio computer portatile, l’11% uno smartphone e il 4% un tablet personale.
Sono dati preoccupanti dal punto di vista medico: e infatti l’American Academy of Pediatrics ha lanciato subito un allarme: l’uso prolungato e indifferenziato di smartphone o tablet può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco nei bambini.
La sindrome dell’occhio secco (www.centroitalianoocchiosecco.it) è un disturbo oculare piuttosto frequente, che può comportare arrossamento, prurito, bruciore o sensazione di corpo estraneo nell’occhio di chi ne è affetto. La secchezza oculare è dovuta ad una insufficiente produzione di liquido lacrimale o ad una eccessiva evaporazione di esso, e può avere origini congenite, involutive (cioè legate all’invecchiamento) oppure acquisite.
Oltre che negli adulti le nuove tecnologie digitali quando vengono utilizzate con frequenza e quotidianità stanno assumendo un ruolo sempre più importante tra i fattori scatenanti della sindrome dell’occhio secco.
L’ultimo studio in merito è stato effettuato dal College of Medicine del Chung Ang University Hospital di Seul e pubblicato su Bmc Ophtalmology. Fra i bambini presi in esame, il 10% quelli che vivono in città ed utilizzano assiduamente strumenti come lo smartphone hanno presentato i sintomi della sindrome dell’occhio secco. Gli stessi sintomi sono stati riscontrati solo nel 2,8% dei bambini che vivono in zone più rurali. I bambini che non hanno manifestato alcun tipo di disturbo sono stati quelli che passavano molto più tempo impegnati in attività all’aria aperta anziché davanti al cellulare.
L’utilizzo prolungato di smartphone, tablet, computer o TV può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco in quanto durante queste attività i nostri occhi, e quelli dei più piccoli, tendono a sbattere le palpebre molto meno frequentemente del normale, generando un’eccessiva evaporazione ed una ridotta produzione del liquido lacrimale.
Secondo studi adeguati si è dimostrato che l’occhio normalmente sbatte le palpebre quindici volte al minuto, ma se sottoposto a una visione prolungata con le nuove tecnologie digitali l’occhio sbatte la metà delle volte necessarie.
L’occhio, inoltre, tende a stancarsi a causa del continuo sforzo accomodativo a cui viene sottoposto, dovuto alla distanza troppo ravvicinata a cui vengono tenuti questi device.
La soluzione per i più piccoli c’è ed è molto semplice: limitare l’uso di questi strumenti ad un massimo di mezz’ora al giorno e preferire ad essi attività ricreative alternative e più stimolanti, possibilmente all’aperto. Insegnate ai bambini di fare comunque pause regolari nell’uso di questi dispositivi.
Vale la regola suggerita dalla Società di Oftalmologia americana del “20-20-20”: cioè ogni 20 minuti di uso di PC o Tablet fare una pausa di 20 secondi e focalizzare lo sguardo su un punto a 20 piedi (circa sei metri) di distanza.
Nel video:
- Giuseppe DI MEGLIO
Centro Italiano Occhio Secco- Lucio BURATTO
Direttore Scientifico Centro Ambrosiano Oftalmico