Il fibroma uterino, una patologia ginecologica invalidante che condiziona la quotidianità, la relazione di coppia, la vita professionale e la possibilità di avere un figlio. Il fibroma uterino interessa fino al 40% delle donne durante la vita fertile, 24 milioni in Europa, 3 milioni solo in Italia. È causa di sanguinamenti abbondanti e forti dolori, sofferenza durante i rapporti sessuali e infertilità. Eppure, per 2 donne su 3, il fibroma resta ancora uno sconosciuto. Permangono invece la paura di dover rinunciare alla maternità e l’ansia per l’eventuale rimozione dell’utero. Uno scenario destinato a cambiare a seguito dell’approvazione in Italia dell’utilizzo prolungato di ulipristal acetato 5mg. Il farmaco, rimborsato dal SSN, apre un nuovo capitolo nella cura del fibroma uterino, consentendo di sovvertire l’attuale approccio terapeutico, prevalentemente chirurgico, con benefici significativi per la salute e l’identità di ogni di donna, ma anche con notevoli risparmi di risorse per il Servizio sanitario.
I fibromi si sviluppano nella muscolatura liscia dell’utero sotto l’influenza di stimoli genetici e ormonali. Nel 50% dei casi presentano sintomi che si ripercuotono sulla salute generale e sessuale: cicli abbondanti fino all’emorragia, compressione sugli organi vicini (vescica, retto), dolore alla penetrazione profonda durante i rapporti, complicanze in gravidanza e infertilità.
“La localizzazione del fibroma è molto importante: anche piccoli fibromi sottomucosi (al di sotto della mucosa dell’utero) possono provocare flussi abbondanti e prolungati, con perdita di ferro 5-6 volte più elevata del normale e conseguente anemia, a sua volta associata a stanchezza, rischio di depressione 2 volte maggiore, perdita di desiderio sessuale, difficoltà nel concepimento. I fibromi sottosierosi (vicino alla parete esterna dell’utero) possono raggiungere anche dimensioni di 7-9 cm e premere sulla vescica, generando senso di peso sul bacino, minzioni più frequenti, ripetuti risvegli notturni per andare in bagno. Tutti segnali che, soprattutto in giovane età, devono allertare la donna e sollecitare un controllo ginecologico”, ha spiegato Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, Ospedale Resnati di Milano.
“7 donne su 10 sono molto preoccupate per le ripercussioni che il fibroma può avere sulla possibilità di avere un figlio, sulla relazione di coppia e sulla sessualità. Segue la preoccupazione per l’impatto della malattia sulla vita lavorativa (37%) e sociale (34%)”, ha dichiarato Paola Parenti, Vice President Doxa Pharma, commentando i risultati di un’indagine condotta su 1000 italiane tra i 30 e i 55 anni. Convivere con sintomi emorragici interferisce anche nella vita di tutti i giorni: dalla scelta dell’abbigliamento all’uso di assorbenti ingombranti, dalle uscite ai viaggi, fino al non poter praticare sport o al doversi assentare dal lavoro.
Una diagnosi precoce e una terapia ‘su misura della donna’ sono fondamentali per ripristinare il benessere psico-fisico, migliorare la qualità di vita pesantemente inficiata dai sintomi e, non ultimo, preservare la salute procreativa. Considerazione importante in un paese come l’Italia, dove le donne arrivano alla gravidanza più tardi, con la percentuale più alta al mondo (6%) di primi figli dopo i 40 anni.
“La regola generale dovrebbe essere di partire sempre dalla terapia medica come prima scelta di trattamento, a vantaggio dell’efficacia del risultato clinico e a salvaguardia della fertilità. Esiste oggi una terapia medica specifica, unica al mondo, che offre alle donne la possibilità di tenere a bada il fibroma a lungo termine ed evitare, salvo particolari casi, l’intervento chirurgico, in particolar modo quello demolitivo (isterectomia). Si tratta di ulipristal acetato, un modulatore selettivo del progesterone, che ha dimostrato in studi recenti di essere molto rapido nel controllo del sanguinamento (in oltre il 90% delle donne, con un tempo medio di 5 giorni) e nella riduzione del volume del fibroma, con un alto profilo di sicurezza e tollerabilità. Il farmaco permette alla donna di avere un perfetto e persistente controllo sulla malattia, anche durante la sospensione della terapia”, ha aggiunto la Professoressa Graziottin.
Nel video:
- Paola PARENTI
Vice Presidente Doxa Pharma- Maria Giovanna LABBATE
Country Manager Gedeon Richter Italia- Alessandra GRAZIOTTIN
Direttore Centro di Ginecologia Ospedale Resnati Milano