Padova eccellenza mondiale nelle tecniche di imaging per la diagnosi di patologie cardiache. Se ne è parlato durante un simposio dedicato esclusivamente alla parte destra del cuore e alle patologie associate. In primo piano l’insufficienza cardiaca ma soprattutto le cardiomiopatie, responsabili di numerosi morti giovanili, e l’ipertensione polmonare, malattia spesso fatale in giovane età ma che oggi può essere tenuta sotto controllo con nuove terapie. Il simposio, dal titolo “The right heart. The new frontier” è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Cardiache, Toraciche e Vascolari dell’Università di Padova e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.
«Abbiamo superato l’errata convinzione del passato che la parte destra del cuore giocasse un ruolo meno importante nella genesi delle malattie e che fosse più difficile da studiare» spiega Sabino Iliceto, Presidente del simposio e Direttore della Clinica cardiologica dell’Università di di Padova. «Molto spesso sono patologie che presentano un riflesso di ciò che avviene nel cuore sinistro, per esempio importanti patologie della valvola mitrale, oppure malattie che colpiscono il circolo polmonare, come l’ipertensione polmonare. Oppure sono malattie che possono colpire elettivamente il cuore destro, come le endocarditi o i traumi. Oggi disponiamo di strumenti di indagine, come l’ecocardiografia tridimensionale e la risonanza magnetica cardiaca, che ci consentono una ricerca accurata, dettagliata e totalmente non invasiva delle patologie che colpirono il cuore, compresa la parte destra. Sono metodiche nelle quali Padova è tra i primi in Italia».
Un primato ribadito anche da Luigi Badano, Docente di Cardiologia dell’Università di di Padova: «Abbiamo una tradizione molto forte nell’ecocardiografia tridimensionale e negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi nella diagnosi delle cardiomiopatie. Agli strumenti di imaging si è affiancata l’indagine genetica. Abbiamo imparato, anche dalla storia naturale di questi pazienti, come fare una migliore stratificazione prognostica. Dopo un evento, per esempio un infarto, eseguiamo una ricerca genetica del paziente e dei familiari, perché molte patologie del cuore destro sono geneticamente determinate. Possiamo identificare tra i parenti quelli che sono portatori della modificazione genica e che potrebbero evolvere verso il fenotipo della malattia. In questo modo riusciamo a suddividere i pazienti a seconda del tipo di patologia e della sua gravità, per utilizzare trattamenti mirati e personalizzati, e quindi più efficaci».
Progressi significativi sono sono stati raggiunti anche nella chirurgia cardiaca. «I pazienti che più frequentemente devono essere sottoposti a un intervento chirurgico sono quelli che hanno subìto un precedente intervento della valvola del cuore sinistro e che dopo tempo sviluppano un’insufficienza tricuspidale, oppure sono pazienti anziani che hanno sviluppano fibrillazione atriale e ingrandimento dell’atrio destro, e che sviluppano un’insufficienza della valvola tricuspidale del lato destro. In queste patologie abbiamo osservato che i pazienti operati presentano una migliore prognosi rispetto ai pazienti che vengono trattati medicalmente e che non dobbiamo aspettare che i pazienti si aggravino altrimenti la chirurgia non è ugualmente efficace» avverte Badano. «Altri progressi che stanno avvenendo proprio in questi mesi riguardano lo sviluppo di device per il trattamento percutaneo e transcatetere per i pazienti che presentano un aumentato rischio chirurgico».
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