Qual è il rapporto che la nuova generazione dei giovanissimi (dai 12 ai 17 anni) e dei Millennials più giovani (dai 18 ai 24 anni) ha con la sessualità e la prevenzione da infezioni e malattie sessualmente trasmesse?
Il tema è stato indagato dal Censis, con il supporto non condizionante di Sanofi Pasteur-MSD e distribuita da MSD Italia, attraverso la realizzazione di un’indagine a carattere nazionale su un campione rappresentativo di 1.000 giovani da 12 a 24 anni residenti nel territorio italiano.
Una valutazione preliminare riguarda il livello di informazione che gli stessi intervistati ritengono di avere su temi riguardanti la sessualità, ed è solo il 15,3% a giudicarsi molto informato, la grande parte del campione si giudica abbastanza informato (66,3%), il 18,4% poco e per nulla.
Per quanto riguarda i rapporti sessuali, l’età media al primo rapporto non completo è di 16,4 anni, 17,1 anni è l’età media del primo rapporto completo. «Gli adolescenti e i giovani millennial che abbiamo interpellato si muovono in un mondo inondato di immagini e contenuti sessuali sempre più facilmente accessibili, in media a 17 anni iniziano ad avere rapporti sessuali e hanno colmato le tradizionali differenze tra ragazzi e ragazze. Eppure circa il 50% dichiara di avere dubbi in materia di sessualità», dice Ketty Vaccaro, Responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. Il 92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma una quota minore (il 74,5%) si protegge sempre per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale. La distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani. Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il 17,6% dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale, collocandola erroneamente tra gli strumenti di prevenzione piuttosto che tra i mezzi di contraccezione.
Aver sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse accomuna quasi la totalità degli intervistati (93,8%), solo il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% tra i giovanissimi da 12 a 14 anni. Ma andando ad approfondire la conoscenza, alla richiesta di indicare in maniera spontanea le infezioni e malattie conosciute, quasi la totalità (89,6%) menziona l’AIDS che si presenta quindi come la patologia più conosciuta. Quote più ridotte menzionano altre infezioni e malattie: il 23,1% menziona la sifilide, il 18,2% la candidosi vaginale, il 15,6% indica spontaneamente il papillomavirus e con percentuali che oscillano tra il 13% e l’11% i rispondenti indicano la Gonorrea, le Epatiti e l’Herpes genitale.
Una parte specifica dello studio è stata dedicata all’analisi della conoscenza dei giovani del papillomavirus umano (HPV) e del vaccino contro l’HPV, con attenzione anche alle fonti dalle quali gli intervistati hanno appreso le informazioni di cui dispongono. Il 63,6% dichiara di aver sentito parlare del papillomavirus umano e tra le ragazze la quota di chi conosce il virus sale all’83,5%, mentre tra i maschi scende al 44,9%.
Rispetto alle modalità di trasmissione dell’HPV, la grande parte di chi ha sentito parlare dell’HPV (81,8%) cita i rapporti sessuali completi, una quota più ridotta ma comunque superiore alla metà del campione (58,0%) sa che l’HPV si può trasmettere anche attraverso rapporti sessuali non completi (come il petting, il contatto con le mucose delle parti intime).
Inoltre, il 64,6% afferma che il preservativo è uno strumento sufficiente a prevenire la trasmissione del virus, mentre solo il 17,9% è consapevole del fatto che non è possibile eliminare i rischi di contagio se si è sessualmente attivi. Il 70,8% (sempre di coloro che indicano di aver sentito parlare di HPV) sa che esiste un vaccino contro il papillomavirus umano e si tratta più diffusamente delle ragazze (79,8% a fronte del 55,0% dei ragazzi)
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