Risveglio sicuro dopo l’anestesia

Il continuo miglioramento delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche ha determinato, negli anni, una riduzione della mortalità, della morbilità e della durata del ricovero ospedaliero a seguito di un intervento. Elementi determinanti per la sicurezza del paziente sono certamente le dotazioni tecniche all’avanguardia e le terapie farmacologiche innovative, oltre a un nuovo approccio al percorso perioperatorio, nel quale è fondamentale la piena collaborazione tra Anestesista e Chirurgo.
Di questi temi si è parlato nel corso dell’incontro di formazione sul tema “Anestesiologia: uno sguardo multiprospettico. Le innovazioni metodologiche, le responsabilità del medico e i bisogni del paziente”, organizzato da MSD Italia presso il centro di formazione e simulazione, IPSE Center, ospitato da Fondazione Policlinico Universitario Gemelli a Roma. All’incontro hanno preso parte, in qualità di relatori, il Prof. Antonio Corcione, Presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) e Direttore Anestesia e Rianimazione all’Ospedale Monaldi di Napoli, il Prof. Alessandro Vergallo, Dirigente medico di Anestesia e Rianimazione -Presidio Ospedaliero Spedali CiviliASST Spedali Civili di Brescia, il prof. Giorgio Della Rocca, Professore Ordinario di Anestesiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore presso l’Università degli Studi di Udine, nonché Direttore della SOC Clinica di Anestesia e Rianimazione presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, e il prof. Franco Marinangeli, Direttore Istituto di Anestesia e Rianimazione Università di L’Aquila.
“Ormai si può parlare di tailoring anesthesia, ovvero un approccio che prevede il modellamento dell’anestesia come fosse un abito disegnato per rispondere ai fabbisogni specifici del paziente – dichiara il Prof. Giorgio Della Rocca “Ad esempio, c’è una maggiore attenzione sulla fase del risveglio, che oggi viene gestito e monitorato con grande cautela. Inoltre, per ogni paziente viene costruito un protocollo di analgesia post-operatoria con l’obiettivo di prevenire e curare il dolore che si presenta dopo la chirurgia.”
Oltre al dolore, la principale fonte di preoccupazione legate all’anestesia da parte di chi si deve sottoporre a un intervento chirurgico riguarda le possibili complicanze, soprattutto per i pazienti fragili (anziani, bambini, grandi obesi, persone con patologie del sistema cardiocircolatorio o problemi respiratori). Tra queste, la Sindrome da Curarizzazione Residua, che si verifica quando il corpo non riesce a espellere completamente i miorilassanti assunti con l’anestesia, e che comporta difficoltà di respirazione-anche gravi- alterazioni della visione, debolezza e affaticabilità.
Grazie al progresso farmacologico, negli ultimi anni sono stati resi disponibili farmaci in grado di abbattere i rischi legati alla Curarizzazione residua, in particolare Sugammadex, antagonista vero e proprio dei miorilassanti aminosteroidei. Come spiega ancora il Prof. Della Rocca: “Il farmaco riesce a catturare tutte le molecole di curaro, di incapsularle ed eliminarle completamente, in pazienti con diverse condizioni cliniche, garantendo un completo recupero della funzione neuro-muscolare postoperatoria. “
Molta attenzione viene oggi riservata anche ai bisogni legati alla sfera emotiva del paziente, alle sue paure e ai disagi che teme di dover affrontare sottoponendosi ad anestesia. “Ai timori più comunemente legati al doversi sottoporre ad intervento chirurgico si aggiungono, al momento dell’ingresso nel “Blocco Operatorio”, gli effetti sensoriali negativi derivanti da un ambiente “estraneo” e spersonalizzante” dichiara il Prof. Alessandro Vergallo, e aggiunge: “I rischi per i pazienti operandi possono essere ridotti con un approccio metodologico di organizzazione del lavoro e di operatività professionale orientata alla prevenzione del rischio clinico. Per quanto riguarda i disagi, la corretta informazione è un’indispensabile condizione per affrontare al meglio possibile le preoccupazioni delle persone/pazienti che vanno sotto i ferri, alle quali una sola persona/professionista è in grado di dare le migliori risposte, che siano al tempo stesso scientifiche e comprensibili: l’Anestesista Rianimatore..”
Alla disponibilità di mezzi, terapie innovative e ad un approccio basato su una maggiore attenzione verso le esigenze personali si aggiunge un ulteriore elemento imprescindibile per garantire la gestione ottimale del paziente: la collaborazione sinergica tra Anestesista e Chirurgo che, come spiega il Prof. Corcione, devono essere alleati dentro e fuori la sala operatoria. “L’alleanza tra Anestesista e Chirurgo è necessaria per una gestione più efficace ed efficiente del paziente in tutte le fasi dell’intervento – continua il Prof. Corcione – I nuovi devices, le nuove opzioni farmacologiche e il monitoraggio anestesiologico sempre più completo e affidabile(profondità dell’anestesia, blocco neuromuscolare, anelgesia, emodinamico invasivo, e non invasivo) favoriscono questa sinergia perché consentono un più preciso controllo della strategia anestesiologica, di intervenire tempestivamente in caso di complicanze e di supportare e ottimizzare il lavoro del chirurg, che risulta basilare per la sicurezza del paziente”.

Nel video:

  • Antonio CORCIONE
    Presidente Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva
  • Alessandro VERGALLO
    Dirigente medico di Anestesia e Rianimazione Spedali Civili di Brescia
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