Valvole cardiache sempre più hi-tech

Tra le opzioni di cura per le malattie cardiache si sono affermate tecniche interventistiche che prima non esistevano, come ad esempio l’impianto di valvola aortica per via transcatetere, la TAVI, nata nel 2002 e arrivata in Italia nel 2007: nel 2015, nel nostro Paese, sono stati trattati con questa metodica circa 3.500 pazienti. Un altro aspetto fondamentale è il profondo cambiamento del profilo clinico dei pazienti che vengono sottoposti ad intervento. Grazie al miglioramento delle tecniche e delle tecnologie, e al progressivo aumento dell’aspettativa di vita, chi va incontro alla cardiochirurgia oggi è più anziano, presenta un numero maggiore di comorbidità di tipo medico e problemi cardiaci più articolati: si assiste, quindi, a un sensibile incremento di interventi combinati, di maggiore complessità, come ad esempio la sostituzione valvolare più il bypass coronarico.
Positivi sono i risultati clinici. Secondo i dati rilevati dal Programma nazionale esiti di Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la mortalità a 30 giorni per gli interventi di valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache è in continua diminuzione, dal 3,5% del 2008 al 2,9% del 2014; è stabile, intorno al 2,4%, la mortalità a 30 giorni per interventi di bypass aortocoronarico. Tutto questo è indubbiamente reso possibile dal progresso scientifico, dalla messa a punto di nuove tecniche d’intervento, dalla disponibilità di tecnologie ultramoderne e di nuovi materiali.
Ne è un esempio la protesi valvolare aortica Inspiris Resilia, capostipite della nuova classe di valvole ‘resilienti’ sviluppata dai ricercatori e dai tecnici di Edwards Lifesciences, l’azienda fondata dall’inventore della protesi valvolare cardiaca impiantata da Starr, alla quale anche si deve la messa a punto delle valvole biologiche in tessuto animale.
Questa nuova classe di valvole ha due caratteristiche. La prima è la costruzione con un nuovo tessuto, denominato RESILIA™pericardio bovino trattato con una tecnologia brevettata – che gli garantisce caratteristiche di resilienza, ossia la capacità di resistere e adattarsi a ogni sollecitazione dinamica, e permette lo stoccaggio delle valvole in ambiente asciutto anziché immerse in un liquido di conservazione. Il nuovo tessuto permette alla valvola, dal punto di vista pratico, di resistere meglio al processo di calcificazione e di avere migliori proprietà emodinamiche. Inoltre, il non dover lavare e preparare la valvola prima dell’intervento, per eliminare i residui del liquido di conservazione, semplifica e rende più rapido il lavoro in sala operatoria.

Nel video:

  • Pierluigi STEFÀNO
    Direttore Cardiochirurgia Ospedale Careggi di Firenze
  • Francesco MUSUMECI
    Direttore Cardiochirurgia Ospedale Forlanini di Roma
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