Dare voce alle persone con mieloma multiplo

Si chiama campagna Amplificami la campagna realizzata da Amgen con il patrocinio di FAVO onlusFederazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia – per “dare voce” ai bisogni, alle speranze e ai diritti delle persone con Mieloma Multiplo e richiamare l’attenzione su questo tumore del sangue di cui si parla ancora troppo poco.
Obiettivo di Amplificami è promuovere la solidarietà nelle persone con Mieloma Multiplo e mettere in luce le prospettive che si stanno aprendo nel trattamento del tumore, per il quale sono in arrivo importanti novità terapeutiche in grado di migliorare significativamente sopravvivenza e qualità della vita.
Nel nostro Paese almeno 14.000 persone convivono con una diagnosi di Mieloma Multiplo, un tumore del sangue molto aggressivo che colpisce le plasmacellule, un tipo di globuli bianchi che, normalmente, hanno la funzione di combattere le infezioni producendo anticorpi. L’accumulo di plasmacellule anomale comporta la formazione di lesioni ossee molto dolorose. La malattia viene in genere diagnosticata tra i 65 e i 70 anni, tuttavia, non riguarda solo l’anziano: ben il 37% dei pazienti, al momento della diagnosi, ha un’età inferiore ai 65 anni. Più di un paziente su tre.
Il Mieloma Multiplo è considerato una patologia difficilmente guaribile ma può essere curato con trattamenti che alleviano i sintomi, controllano le complicanze e rallentano la progressione della malattia. Purtroppo, molti pazienti vanno incontro a delle recidive dopo la prima linea di trattamento.
Fino a pochi anni fa, le terapie usate più comunemente consistevano in diversi tipi di chemioterapia, steroidi, chemioterapia ad alte dosi e trapianto di cellule staminali. Adesso lo scenario sta cambiando grazie all’avvento di farmaci “intelligenti” capaci di bloccare la proliferazione del tumore e anticorpi che aiutano il sistema immunitario a tenerlo sotto controllo. Molte speranze, soprattutto per il trattamento delle forme recidivanti, sono riposte su nuove opzioni terapeutiche come carfilzomib, inibitore del proteasoma cellulare recentemente approvato dall’EMA che, in combinazione con lenalidomide e desametasone, determina una risposta profonda, con un incremento della sopravvivenza senza progressione di malattia pari a 26,3 mesi, con una riduzione significativa del dolore osseo e miglioramento della qualità di vita.

Nel video:

  • Francesco De Lorenzo
    Presidente Federazione Italiana Associazioni di Volontariato in Oncologia
  • Ermanno Paternò
    Medical Director Amgen
  • Valerio De Stefano
    Direttore Area di Ematologia Policlinico Universitario Gemelli di Roma
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