Tutto sullo scompenso cardiaco

Dal 1 all’8 maggio si sono svolte le Giornate europee dello scompenso cardiaco, coordinate dall’Unità Scompenso e Cardiomiopatie dell’AUSL di Piacenza, con il Patrocinio del Ministero della Salute e il supporto non condizionante di Novartis. Questa iniziativa si inserisce nell’European Heart Failure Awareness Days, campagna europea di sensibilizzazione e informazione promossa dal 2010 dalla Heart Failure Association (HFA) della Società Europea di Cardiologia (European Society of CardiologyESC).

Alla campagna hanno aderito 41 Centri cardiologici di riferimento, distribuiti in tutta Italia, dove, grazie alla partecipazione attiva di clinici (cardiologi, internisti), fisioterapisti, infermieri, psicologi, dietologi e altro personale sanitario, pazienti, volontari e istituzioni, sono state promosse iniziative di sensibilizzazione rivolte alla popolazione generale, ai pazienti e ai loro familiari. In questa campagna, vengono organizzati open day (“ospedale aperto”), incontri educazionali e attività di sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco, per informare sui sintomi, sull’importanza di una diagnosi precoce e sugli stili di vita idonei a prevenire questa patologia. A coordinare la campagna è la AUSL di Piacenza, i cui rappresentanti, consapevoli di quanto lo scompenso cardiaco sia ancora poco riconosciuto e considerato, hanno voluto sviluppare questa iniziativa anche in Italia da tre anni.

«Le Giornate europee dello scompenso cardiaco sono una campagna paneuropea che ha l’obiettivo di aumentare la conoscenza di questa patologia, principale causa di ricovero dopo il parto e prima patologia per giornate di ricovero – afferma Massimo Piepoli, membro del Board di HFA e Responsabile Unità Operativa Scompenso e Cardiomiopatie, Ospedale di Piacenza – Siamo lieti che la campagna abbia avuto in Italia il patrocinio del Ministero della Salute, perché lo scompenso ha pesanti ripercussioni in termini di qualità di vita, costi sociali e costi sanitari. La diagnosi tempestiva insieme al controllo dei fattori di rischio permettono di rallentare il decorso della patologia. I progressi compiuti negli ultimi anni ci permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza. E presto ci aspettiamo l’arrivo di nuove terapie farmacologiche che ci auguriamo possano migliorare la durata e la qualità della vita dei nostri pazienti».

E’ importante sapere che la patologia progredisce nel tempo, spesso senza presentare eventi acuti e sintomi evidenti, che rischiano di non essere riconosciuti o sottovalutati. Tra i primi campanelli d’allarme si può avvertire un senso di stanchezza e debolezza, unito a difficoltà di respiro e mancanza di fiato, anche dopo un leggero sforzo fisico. Nelle sue fasi più avanzate, questo affaticamento e difficoltà di respirazione si possono accusare anche con semplici attività, come vestirsi o camminare in casa, fino a disturbare il riposo notturno, per cui il paziente sente la necessità di alzarsi dal letto per cercare di respirare meglio.

Prima raccomandazione rivolta alla popolazione generale è la prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare, quali obesità, ipertensione, sedentarietà, dislipidemia. Quindi per prevenire la malattia e il suo peggioramento è importante non fumare, limitare al massimo l’assunzione di bevande alcoliche, seguire una dieta controllata e praticare regolarmente attività fisica.

Riconoscere tempestivamente lo scompenso cardiaco è un primo passo importante, ma va poi gestito con costanza: la qualità di vita di chi ne soffre può risultare fortemente compromessa, lì dove una gestione corretta del quadro clinico e dello stile di vita può garantire ai malati di vivere più a lungo e meglio. «A soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono circa un milione di persone e si stima che la sua prevalenza nella popolazione cresca in maniera esponenziale con l’età: meno dell’1% sino a 60 anni, il 2% tra i 60 e i 70 anni, il 5% tra i 70 e gli 80, attestandosi a oltre il 10% dopo gli 80 anni – afferma Luca Baldino, Direttore Generale della AUSL di Piacenza – l’ospedalizzazione di questa tipologia di pazienti assorbe circa il 70% dei costi globalmente sostenuti per la malattia. I ricoveri per scompenso sono aumentati di circa il 50% negli ultimi dieci anni e attualmente il DRG 121 è il secondo per numero di ricoveri e il primo per numero di giorni di degenza. La riospedalizzazione è di circa il 20% a trenta giorni e del 50% a sei mesi. In termini economici, in Italia i costi per i soli ricoveri ospedalieri in acuzie ammontano a quasi 550 milioni di euro l’anno, pari al 2% del valore complessivo dei ricoveri e allo 0,5% della spesa sanitaria complessiva».

In Italia, la campagna è realizzata con il sostegno incondizionato di Novartis, da sempre impegnata a fare crescere, tra la società e i cittadini, la consapevolezza in merito a patologie diffuse ma ancora poco note, all’importanza della prevenzione e alla possibilità di cura.

Tutte le informazioni sullo scompenso cardiaco e sulla campagna sono disponibili al sito www.iltuocuore.com. Inoltre, si possono seguire tutte le iniziative alla pagina Facebook www.facebook.com/scompensocardiaco

Nel video:

  • Savina Nodari
    Docente di Cardiologia Università degli Studi di Brescia
  • Massimo Piepoli
    Responsabile Unità Operativa Scompenso Ospedale di Piacenza
  • Francesco Romeo
    Presidente Società Italiana di Cardiologia
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