Basta un click, una sola volta alla settimana. È disponibile un nuovo trattamento antidiabete somministrabile con una penna innovativa, pronta all’uso, di semplice utilizzo, che non necessita più della gestione di aghi, per una terapia efficace fin da subito, sicura e ben tollerata. Negli studi a lungo termine il farmaco contenuto nella penna, dulaglutide – un principio attivo della classe degli agonisti del recettore del GLP1 (Glucagon like peptide-1) – si è dimostrato più efficace nel controllo della glicemia rispetto ad altre terapie ipoglicemizzanti, inclusa insulina basale, e rappresenta perciò più di una speranza per il milione e mezzo di diabetici che abbandonano le cure o le seguono male perché sono troppo complicate o ne temono gli effetti collaterali. Inoltre riduce il rischio di ipoglicemie e fa perdere peso anziché ingrassare. Per loro una terapia facile e immediata è ancora più preziosa. Con la nuova penna basterà premere un pulsante senza neppure vedere un ago o dover imparare a usare una siringa.
“Dulaglutide, che si somministra solo una volta alla settimana, si è dimostrato più efficace nel controllo della glicemia delle terapie con altri farmaci per il diabete di tipo 2 – spiega il Prof. Edoardo Mannucci, Direttore della Diabetologia dell’Ospedale di Careggi a Firenze–. Gli studi a lungo termine più recenti, con follow up dei pazienti protratto da un minimo di 26 settimane fino ai due anni, hanno dimostrato che dulaglutide è anche più efficace di altri farmaci della sua stessa classe: soltanto in un caso si ha la parità di effetto con la dose massima di somministrazione di un altro agonista del GLP-1. Inoltre, le indagini più nuove sulla cinetica del farmaco mostrano che dulaglutide agisce prima rispetto agli altri prodotti in mono-somministrazione settimanale: l’effetto sulla glicemia è massimo già dopo la seconda dose. Accanto a un’efficacia notevole nel consentire un buon controllo glicemico, il farmaco è molto ben tollerato e sicuro: minimizza il rischio di pericolose ipoglicemie ed è addirittura un alleato – contrariamente ad altri – nella perdita di peso. Gli studi più recenti dimostrano che la quota di pazienti che oltre a una riduzione dell’emoglobina glicata raggiunge anche l’obiettivo del dimagrimento è superiore rispetto a quella dei diabetici in terapia con altre classi di farmaci; inoltre, grazie al bassissimo rischio di crisi ipoglicemiche, ha un profilo di sicurezza favorevole anche in confronto all’insulina basale. Tutti questi fattori rendono il farmaco molto gradito ai pazienti: le indagini mostrano un alto grado di soddisfazione per la qualità di vita che dulaglutide garantisce, superiore perfino a quella possibile con le terapie orali. Dulaglutide non è in alcun modo un “sostituto” dell’insulina e non è indicata nel diabete di tipo 1, ma rappresenta una nuova opzione terapeutica che può garantire cure migliori a molti pazienti con diabete di tipo 2.”
La modalità di somministrazione del farmaco aiuta a farlo apprezzare ai pazienti: si tratta infatti dell’unico prodotto della classe degli agonisti del GLP-1 caricato in una penna pre-riempita pronta per l’uso, assemblata e prodotta in Italia, costruita in modo che l’ago non si veda per togliere la paura anche ai più timorosi. Bastano tre semplici passaggi, anziché i dieci-quindici necessari con altri farmaci, per assumere la dose giusta, che è fissa e quindi non necessita di aggiustamento, come avviene, invece, con alcuni agonisti del recettore del GLP-1 o con le insuline; per erogare la dose, basta rimuovere il cappuccio, posizionare la penna perpendicolare sull’addome e premere il pulsante. Si aspettano pochi secondi, poi il minuscolo ago si ritrae automaticamente così da non vederlo neppure per un attimo: si tratta perciò di una somministrazione automatica, che semplifica notevolmente la gestione della malattia. Inoltre, questi semplici gesti andranno ripetuti appena una volta alla settimana, quattro in un mese: un impegno semplice da mantenere anche per i meno motivati alla cura o per i più spaventati dai farmaci: con appena quattro appuntamenti al mese i pazienti potrebbero realmente “dimenticare” il loro diabete.
“Candidato ideale all’uso di questo prodotto è chi non riesce a tenere sotto controllo la glicemia nonostante la dieta, il movimento e l’uso di uno o più ipoglicemizzanti orali: si stima che si tratti di circa un milione di italiani, tutti ad alto rischio di complicanze dovute al mancato o insufficiente compenso glicemico raggiunto – riprende Mannucci –. Oggi le incretine (cioè la classe di farmaci cui appartiene dulaglutide) sono utilizzate dal 2-3% dei diabetici, una percentuale almeno dieci volte più bassa della quota di pazienti che potrebbe trarne i maggiori vantaggi. Con l’arrivo di un prodotto efficace e di estrema semplicità d’uso, che può incrementare notevolmente l’aderenza al trattamento, è verosimile che l’impiego possa aumentare. Questa terapia, nel lungo periodo, potrebbe avere anche un rapporto costo-beneficio più favorevole dei farmaci tradizionali: accanto a un’ottima efficacia, riduce gli effetti collaterali più seri come le ipoglicemie; inoltre, la facilità di somministrazione migliora l’aderenza al trattamento. Tutto questo dovrebbe avere effetti favorevoli sull’incidenza di complicanze e di ricoveri, con un impatto positivo non solo sulla salute delle persone, ma anche sui costi sanitari. La nuova penna con dulaglutide si può utilizzare già a partire dal fallimento del primo farmaco orale, evitando la somma di pastiglie difficile da gestire: gli studi clinici dimostrano che al ridursi della frequenza di somministrazione dei medicinali aumenta l’aderenza alle cure, per un controllo sempre più efficace del diabete. Una piena accettazione della terapia è infatti imprescindibile, trattandosi di una malattia che resta comunque cronica: oggi, dei circa 200.000 pazienti diabetici toscani in terapia con ipoglicemizzanti orali, il 70 per cento non la esegue correttamente, mettendo in pericolo la propria salute. Migliorare l’aderenza al trattamento è quindi un obiettivo importantissimo per migliorare l’esito della terapia a lungo termine; dulaglutide potrebbe essere, a questo riguardo, un valido supporto.”
Nel video:
- Edoardo Mannucci
Direttore Diabetologia Ospedale Careggi Firenze- Roberto Anichini
Direttore Diabetologia AUSL3 di Pistoia