Parte da Brescia l’innovazione in cardiologia

Tra i temi dei tre giorni linsufficienza cardiaca e le terapie per tenerla sotto controllo

Negli ultimi decenni si sono compiuti passi da gigante nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiache, ma molto resta ancora da fare. Una delle sfide chiave riguarda il trattamento dell’insufficienza cardiaca, condizione destinata ad aumentare soprattutto per l’aumento dell’età media della popolazione. L’American Heart Association stima che otto milioni di americani soffriranno di insufficienza cardiaca entro dieci-quindici anni e che i costi diretti totali associati alla malattia passeranno dai 21 miliardi di dollari attuali ai 70 miliardi nel 2030. È questo uno dei temi principali del Simposio internazionale dal titolo Innovation in cardiology: still a wishful thinking? in programma a Brescia dal 28 al 30 gennaio 2015.

Il Simposio, organizzato dall’Istituto di Cardiologia degli Spedali Civili ed Università di Brescia e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini, ha come presidente Marco Metra, Direttore dell’Unità di Cardiologia degli Spedali Civili di Brescia e Docente di Cardiologia all’Università di Brescia, oltre che Editor-in-Chief dell’European Journal of Heart Failure, decima su circa 150 riviste scientifiche cardiologiche mondiali e prima, per importanza, tra le riviste scientifiche che si occupano di insufficienza cardiaca..

«A partire dall’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, quando i farmaci erano utilizzati prevalentemente per i loro effetti sui sintomi e sui parametri emodinamici, si sono resi disponibili farmaci più efficaci, in grado di influenzare il decorso di questa sindrome migliorandone la prognosi con riduzioni delle ospedalizzazioni e della mortalità. Questo si applica anche agli altri campi delle malattie cardiovascolari. Negli anni ‘80-90 s è avuta l’introduzione di terapie che hanno rivoluzionato il trattamento dei fattori di rischio coronarico e della cardiopatia ischemica. la prognosi dei pazienti cardiopatici è significativamente migliorata. Purtroppo molto resta ancora da fare sia riguardo all’identificazione di nuovi meccanismi responsabili della progressione delle cardiopatie sia per quanto riguarda la misura più efficace di tutte, cioè la prevenzione cardiovascolare. È per queste ragioni che, pur essendo il mio campo d’interesse principale l’insufficienza cardiaca, ho voluto allargare i confini di questo congresso a tutto ciò che è correlato con l’innovazione in campo cardiovascolare. La necessità di innovare ulteriormente è l’esigenza maggiore che abbiamo in questo campo dove i progressi sono stati grandi ma la prevalenza e la gravità delle cardiopatie restano ancora troppo elevate.” conclude Metra.

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