Non è un problema solamente estetico il rossore del volto. Spesso un colorito troppo acceso può nascondere un problema da non sottovalutare. Il rossore che appare sul viso o su una qualsiasi area del corpo è sempre legato ad una eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni cutanei che, nel tempo, può condurre ad invecchiamento cutaneo precoce e a vere e proprie malattie della pelle come eritrosi, couperose e rosacea.
«Quando i capillari si dilatano – spiega Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano – il flusso di sangue tende a diminuire con minore ossigenazione delle cellule cutanee e rallentamento del loro metabolismo. Il risultato è una minore produzione di collagene ed elastina con conseguente invecchiamento precoce della pelle. La vasodilatazione causa anche ristagno del microcircolo con aumento della temperatura superficiale e iperstimolazione delle ghiandole sebacee e sudoripare che favoriscono l’eccessiva crescita di acari, come il Demodex folliculorum, corresponsabili di rossori persistenti, eritrosi e rosacea che in Italia affligge oltre 3 milioni di persone».
«Secondo un recente studio internazionale sull’impatto del rossore del viso in pazienti affetti da rosacea, pubblicato su Dermatology & Therapy, – spiega Giuseppe Micali, direttore della Clinica dermatologica dell’Università di Catania e coautore dello studio – emerge come l’opinione pubblica abbia una reazione negativa di fronte a un volto arrossato. La ricerca evidenzia come le persone con eritema facciale debbano affrontare non solo sintomi fisici, ma anche sfide psicologiche come il pregiudizio e la percezione negativa da parte del prossimo che può causare uno stress costante. Per questo è fondamentale per tutti essere consapevoli dell’impatto psicosociale della malattia».
«Nell’imaginario collettivo – spiega Katia Vignoli, psicoterapeuta ed esperta in medicina psicosomatica – il colore scarlatto del viso si correla a una scarsa capacità di governare appetiti ed emozioni con conseguente disapprovazione sociale. Paradossalmente, però, scaricarli sulla pelle significa esibirli, in quanto il viso è la parte più difficile da celare. Esporre il volto arrossato allo sguardo altrui, quindi al giudizio sociale, è fonte di profondo imbarazzo che con il tempo si traduce in un vero e proprio senso di colpa».
«Comprendere i fattori scatenanti che portano a rossore e rosacea è il primo passo per gestire al meglio questa condizione sia dal punto di vista medico che psicologico» afferma Aurora Parodi, direttore UOC Clinica dermatologica dell’Ospedale San Martino, Università di Genova. «Diversi sono i farmaci impiegati per ridurre il rossore da rosacea, come il vasocostrittore brimonidina o l’antibiotico doxiciclina che nella terapia della rosacea si utilizza a basso dosaggio e a rilascio prolungato per prevenire l’antibiotico-resistenza».
Oggi è disponibile anche in Italia un nuovo trattamento contro la rosacea a base di ivermectina, una molecola innovativa che ha rivoluzionato il trattamento della rosacea papulo-pustolosa con proprietà sia antinfiammatorie che antiparassitarie. «Un recente studio – continua Parodi – ha evidenziato l’efficacia di ivermectina rispetto al placebo nel far scomparire (38,4%) o ridurre notevolmente papule e pustole (40.1%).
Nel video:
- Antonino DI PIETRO
Direttore scientifico Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano- Aurora PARODI
Direttore Clinica Dermatologica Ospedale San Martino-IST Genova