Nonostante gli Italiani mostrino grande interesse nei confronti degli integratori alimentari (8 su 10 li consumano almeno una volta l’anno) e si sia diffusa una maggiore cultura della salute, i falsi miti restano purtroppo ancora diffusi. Ad essi si affiancano le leggende metropolitane basate sui rimedi della nonna e le mezze verità che di tanto in tanto emergono da interpretazioni parziali o non corrette degli studi scientifici.
Quali sono i principali errori da sfatare? Dal tema del naturale a quello della cura, l’elenco è piuttosto lungo come confermato dagli esperti del mondo scientifico e medico che, durante il convegno FederSalus “Integratori alimentari in pillole: vero o falso?”, hanno dipanato quelli più diffusi per riportare chiarezza in un settore troppo spesso frainteso.
Differenze tra farmaci ed integratori. Sono diversi gli aspetti da considerare, uno fra i tanti è l’impiego che, per definizione, è diverso tra le due categorie di prodotti: gli integratori alimentari vanno usati per il mantenimento della salute ed il benessere di individui sani e non per la cura di malattie. “Se il farmaco risponde ai canoni della cosiddetta medicina d’attesa, ossia che occorre attendere che la patologia si manifesti prima dell’utilizzo, gli integratori fanno invece capo al concetto di riduzione del fattore di rischio e sono utili in caso di ripristino di una alterata omeostasi” ha affermato il professor Alberto Martina, docente presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia.
A che età è suggerito integrare la propria dieta? Nel momento in cui si osserva una carenza nutrizionale è bene iniziare ad assumere integratori alimentari: prima si inizia ad integrare la dieta, più agevolmente si raggiungono risultati. Gli anziani possono trarre vantaggio dalle modifiche di alcuni aspetti della dieta ispirate dai cambiamenti che l’organismo subisce con l’invecchiamento. A partire dai 60 anni, ad esempio, con discreta frequenza, si osserva un deficit di vitamina D “sia per la ridotta esposizione alla luce solare sia per la diminuita capacità di sintesi da parte dell’organismo. La carenza di vitamina D favorisce la comparsa di osteoporosi ed aumenta, quindi, il rischio di fratture. Per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina D sarebbe necessario un consumo abbondante di pesce grasso e uova, cosa non sempre agevole per gli anziani. In questi casi l’uso di integratori alimentari può essere certamente utile per coprire il fabbisogno di questa ma anche di molte altre vitamine importanti per la salute” ha sottolineato Giovambattista Desideri, Professore Associato in Medicina Interna, Università dell’Aquila.
A chi fa sport servono gli integratori alimentari? Quello che riguarda gli sportivi è uno tra i campi più delicati quando si parla di integratori; troppo spesso infatti hanno finito per essere associati al doping. “Quello che conta è adeguare il contenuto in macro e micronutrienti, di qualunque provenienza essi siano, alla tipologia di attività fisica. Visto che un’alimentazione normale, per quanto curata, non è in grado di fornire tutti gli elementi necessari ad affrontare prestazioni sportive di un certo tipo, ne deriva che è importante integrare la dieta ed assicurarsi gli elementi giusti, nella giusta quantità e proporzione” ha chiarito Marco De Angelis, docente presso la Facoltà di Scienze Motorie, Università dell’Aquila.
Nel video:
- Alberto MARTINA
Docente Dipartimento di Biotecnologie, Farmacia e Scienze Motorie Università di Bologna- Marco DE ANGELIS
Docente Facoltà di Scienze Motorie Università dell’Aquila- Giovambattista DESIDERI
Docente Medicina Interna Università dell’Aquila