L’intestino dell’uomo è abitato da un complesso ecosistema di microrganismi definito microbiota. Questi microorganismi ammontano a un totale di circa 1014 cellule, circa 10 volte il numero delle cellule umane che compongono l’intero organismo; con un numero di geni così elevato (circa 150 volte il patrimonio genetico umano), tanto che si potrebbe dire che siamo umani solo per il 10%.
In pratica può accadere che questo ecosistema venga “disturbato” e il numero di batteri intestinali si riduca drasticamente creando uno squilibrio qualitativo fra i vari ceppi batterici con prevalenza di alcuni e carenza di altri: questa condizione viene definita “Disbiosi intestinale” e si manifesta principalmente, ma non solo, con dolori addominali, diarrea e/o stipsi, segni clinici da infiammazione, problemi digestivi funzionali, dermatiti, infezioni delle vie urinare e altri spiacevoli stati di malessere.
Studi recenti hanno dimostrato come probiotici ben selezionati e studiati, tra cui alcuni specifici ceppi di Lactobacilli e Bifidobatteri, possano creare una risorsa ottimale per il ripristino dell’equilibrio intestinale. La comunità scientifica si sta impegnando parecchio nel far chiarezza circa le caratteristiche ottimali di alcuni di questi probiotici in termini di efficacia e di sicurezza d’uso. Purtroppo, molti dei prodotti probiotici posti oggi in commercio non mostrano di avere i requisiti per essere definiti tali.
Al contrario, molti altri studi hanno dimostrato che alcuni di questi probiotici oggi in commercio hanno invece una scientificità e valenza scientifica molto rilevante. Numerosi studi in vitro e in vivo hanno dimostrato, ad esempio, gli effetti benefici di due ceppi, i Bifidobacterium longum BB536 e Lactobacillus rhamnosus HN001, di sopravvivere alle avverse condizioni gastrointestinali, di aderire alla mucosa intestinale e di interagire con l’ambiente intestinale.
Nel video:
- Salvatore Cucchiara
Gastroenterologo Università di Roma “La Sapienza”- Lorenzo Drago
Microbiologo IRCCS Galeazzi – Università di Milano- Etta Finocchiaro
Dietologa Ospedale Molinette di Torino