Oltre i 50 anni una donna su tre è affetta da osteoporosi. E questo perché con gli anni, e in particolar modo dopo la menopausa quando si registrano nella donna bassi livelli di estrogeni, le ossa iniziano a perdere calcio e fosforo e lentamente diventano più fragili. Talmente fragili da andare incontro ad una frattura anche in seguito ad un micro trauma.
Quando si arriva alle fratture significa che la situazione è veramente compromessa e si parla di osteoporosi severa, una condizione che se non adeguatamente trattata porta all’invalidità e alla morte. È fondamentale parlare di terapia dell’osteoporosi ma prima di tutto è necessario parlare di ‘appropriatezza terapeutica’. Perché le terapie ci sono, e sono anche efficaci. Purché prese correttamente. E purché prese dalle donne che le devono prendere. Un’affermazione che potrebbe sembrare scontata ma che, al contrario, nel nostro Paese non lo è affatto.
Se si vedono i dati Aifa sul consumo di farmaci per l’osteoporosi in Italia si scopre che solo il 24 per cento delle donne fratturate o ad alto rischio segue una terapia. E non il cento per cento come sarebbe giusto che fosse. E di questo 24 per cento circa la metà interrompe le cure. Questo significa che ogni 100 donne che devono prendere i farmaci perché sono ad alto rischio solo 12 lo fanno. E poi ci sono le donne trattate ‘occasionalmente’ e cioè per un massimo del 20 per cento di giorni coperti, cosa questa inutile al fine della prevenzione delle fratture.
Le donne devono essere educate e sensibilizzate nei confronti della malattia, devono capire l’importanza della prevenzione e della terapia. Devono prendere coscienza dei rischi. È per questo che è stata realizzata una campagna informativa, con un opuscolo consultabile nel sito www.fedios.org
Nel video:
- Patrizia Ercoli
Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro- Davide Gatti
Professore Associato di Reumatologia Università di Verona- Giancarlo Isaia
Presidente Società Italiana dell’Osteoporosi SIOMMMS