Le terapie del futuro contro le malattie del cuore

Le terapie del futuro per le patologie cardiovascolari sono state al centro del Simposio “New trends in cardiovascular therapy”, promosso a Roma dalla Fondazione Internazionale Menarini. Gli esperti presenti all’incontro hanno sottolineato come i trattamenti contro la , l’ischemia, l’angina, lo scompenso cardiaco, sono oggi in grado di contribuire alla riduzione dei rischio cardiovascolare.
La fibrillazione atriale è causa del 15% di tutti gli ictus cardioembolici. Ciò significa che in Italia, dei duecentomila casi di ictus stimati all’anno, 30.000 sono determinati da questa frequente anomalia del ritmo cardiaco. Di recente, però, anche l’Italia può contare su una nuova classi di farmaci, i nuovi anticoagulanti orali, più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti. A proposito degli eventi ischemici, gli esperti riuniti a Roma di sono confrontati sulle varie opzioni di intervento. Sebbene i dati disponibili in letteratura limitino l’efficacia della terapia interventistica nell’infarto miocardico acuto alle primissime ore dall’esordio dei sintomi, una quantità sempre maggiore di pazienti viene trasferita in emodinamica per ricevere un’angioplastica primaria in tempi precoronarici non prevedibili che, in molti casi, negano al paziente un tempestivo trattamento con i trombolitici. Dati recenti dimostrano come la scelta clinica sia estremamente importante nella gestione del paziente con sindromi ischemiche acute. I risultati di un recente studio hanno dimostrato che i due trattamenti sono equamente efficaci nel ridurre la mortalità cardiovascolare ma che il trattamento interventistico aggressivo aumenta significativamente i casi di infarto miocardico (14.6% contro il 9.4% dei pazienti trattati inizialmente farmacologicamente) suggerendo, quindi, che l’indirizzare il paziente con sindromi coronariche acute ad uno studio emodinamico debba basarsi sulle caratteristiche cliniche e non debba esser guidato dalla classificazione stereotipata di sindrome coronarica acuta. indicando chiaramente che sono necessari maggiori approfondimenti per cercare di identificare protocolli di gestione più specifici in grado di ottimizzare risultati e costi a seconda delle condizioni cliniche dei soggetti con sindrome coronarica acuta.

Nel video:

  • Vincenzo Mollace
    Docente di Farmacia Università “Magna Græcia” Catanzaro
  • Francesco Romeo
    Presidente Società Italiana di Cardiologia
  • Giuseppe Rosano
    Direttore Cardiologia San Raffaele Pisana di Roma
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