Non solo melanoma. Altri tumori della pelle, meno aggressivi e conosciuti, ma molto più diffusi, sono in costante aumento. Come le lesioni cancerose in fase precoce, le cosiddette cheratosi attiniche, che possono precedere il tumore squamocellulare. In Italia le cheratosi attiniche colpiscono circa l’1,4% della popolazione sopra i 45 anni, vale a dire oltre le 360.000 persone, e il 3% dopo i 74 anni, ovvero oltre 180.000 persone.
La principale causa è la radiazione UVB dei raggi solari che induce una mutazione specifica del DNA cellulare e chi ne è affetto ha una probabilità 10 volte maggiore di sviluppare un carcinoma squamocellulare nei 12 mesi successivi se paragonato al resto della popolazione. Le persone oltre i 65 anni hanno un rischio 6 volte superiore di sviluppare tale tumore cutaneo rispetto a chi non è affetto da cheratosi attinica.
Per questo è fondamentale trattare la cheratosi attinica come una lesione che pu evolvere in un tumore cutaneo invasivo non-melanoma: in tal senso questa patologia pu essere considerata un indicatore prezioso dell’aumento di rischio generale del carcinoma cutaneo.
La diagnosi precoce dei tumori della pelle è fondamentale per ottenere una prognosi favorevole e aumenta le chance di successo delle nuove terapie per il trattamento delle patologie tumorali e pretumorali.
Il valore aggiunto delle nuove opzioni terapeutiche, come per esempio l’ingenolo mebutato per il trattamento della cheratosi attinica, è che non si limitano a curare le lesioni e le zone circostanti, dimostrando peraltro una solida efficacia, ma agiscono anche in chiave di prevenzione, dal momento che sono in grado di trattare anche le lesioni che non si vedono a occhio nudo.
Nel video:
- Giorgio Colombo
Professore di Scienze del Farmaco Università di Pavia- Giovanni Pellacani
Professore di Dermatologia Università di Modena e Reggio Emilia- Paolo Cionini
General Manager LEO Pharma Italia- Ketty Peris
Direttore Clinica Dermatologica Università Cattolica di Roma
