Diabete e perdita di udito: un legame troppo spesso sottovalutato. Da un lato il diabete, che affligge 382 milioni di persone nel mondo, 4 milioni solo in Italia, e che si stima avrà una crescita del 55% entro il 2035; dall’altro l’ipoacusia, un disturbo con cui convivono oltre 7 milioni di italiani e 590 milioni di persone nel mondo, che potrebbero superare il miliardo entro il 2050.
Dal Consensus Paper “Diabete e Udito” emerge chiaramente la necessità di inserire il test audiometrico nel controllo annuale di un paziente diabetico e di far sì che l’udito diventi un abituale argomento di discussione con il proprio medico. Dall’altro lato, però, anche un deficit dell’udito può diventare una spia della presenza di diabete ed è dunque opportuno monitorare le alterazioni della glicemia nelle persone con ipoacusia, così da diagnosticare precocemente un’eventuale condizione di diabete.
Gli esperti hanno anche identificato alcuni fattori di rischio che nelle persone diabetiche favoriscono lo sviluppo di un deficit dell’udito. Ad esempio, livelli di colesterolo HDL inferiori a 40 mg/dL aumentano di 2,20 volte il rischio di sviluppare una perdita uditiva per le frequenze medio-gravi. Le malattie coronariche e la neuropatia periferica, invece, sono maggiormente associate allo sviluppo di ipoacusia per le frequenze acute (rischio aumentato rispettivamente di 4,39 e di 4,42 volte).
Nel video:
- Francesco Giorgino
Professore di Endocrinologia Università Aldo Moro BariNicola Quaranta
Professore di Otorinolaringoiatria Università Aldo Moro Bari