L’aorta è la più grande arteria del nostro organismo. La dilatazione di un suo tratto è come una palla sotto pressione che rischia di esplodere, come una bomba a orologeria: questo è l’aneurisma. Se l’aneurisma viene scoperto prima che si rompa, con una semplice ecografia, e il trattamento chirurgico viene programmato, la mortalità si riduce del 3%. La mortalità è invece molto più elevata in caso di rottura dell’aneurisma.
Oggi per fortuna sono disponibili tecniche chirurgiche efficaci. In particolare le moderne endoprotesi, come Incraft System di Cordis Corporation permettono riparazioni meno traumatiche e invasive. La novità è stata presentata in occasione del congresso della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, a Torino.
Fino a vent’anni fa – spiega il professor Gioachino Coppi, direttore di Chirurgia Vascolare, Università di Modena e Reggio Emilia – l’unica opzione terapeutica proponibile al paziente con aneurisma era rappresentata dall’intervento chirurgico con innesto di un classico manicotto. La svolta è stata possibile grazie all’utilizzo di endoprotesi sempre più evolute che consentono di personalizzare l’intervento sulla base delle caratteristiche anatomiche e di estendere l’indicazione al trattamento anche a quei pazienti con elevati fattori di rischio. Davvero molta strada è stata fatta da quando, nei primi anni ’90, eseguimmo con successo i primi interventi senza aprire l’addome, ma praticando due piccole incisioni all’inguine.
Soggetti colpiti in Italia: 8400
In emergenza:
- pazienti che muoiono prima dell’arrivo in ospedale: 50%
- pazienti che muoiono in ospedale: 30%
- pazienti che sopravvivono: 2 su 10
Mortalità se l’aneurisma viene scoperto in tempo e il trattamento chirurgico viene programmato: 3%
Principale fattore di rischio: fumo di sigaretta
Altri fattori di rischio: familiarità ed età
Nel video:
- Gioachino CoppiDirettore Unità Chirurgia Vascolare Università di Modena e Reggio Emilia
- Roberto ChiesaDirettore Unità Chirurgia Vascolare Ospedale San Raffaele Milano
- Carlo PratesiDirettore Unità Chirurgia Vascolare Ospedale Careggi Firenze