Il bracciale della pressione può salvare il cuore

Si chiama Alberto Ranieri De Caterina il vincitore della borsa di studio Fondazione Lilly e il suo progetto si propone di dimostrare che il bracciale della pressione può proteggere il cuore dai danni dell’infarto. Il progetto promosso dalla Fondazione Lilly “La Ricerca in Italia: un’Idea per il Futuro” è arrivato alla sua sesta edizione e per la prima volta il vincitore che riceverà la borsa di ricerca è un uomo.
Il meccanismo indotto dal braccialetto salvacuore oggetto dello studio si chiama condizionamento ischemico remoto: il semplice gonfiaggio e sgonfiaggio di un bracciale della pressione ad un arto prima e dopo la riapertura della coronaria responsabile dell’infarto potrebbe ridurre il danno finale subìto dai tessuti del cuore. Le stime sono di una potenziale riduzione media del danno da infarto pari al 20 – 30%.
Alberto Ranieri Da Caterina, che oggi è un dottorando alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, svolgerà la sua ricerca presso l’Ospedale Ospedale del Cuore “G. Pasquinucci” di Massa, che è il quinto centro in Italia per numero annuale di infarti: qui confluiscono tutti i casi dell’area nord ovest della Toscana. Il progetto avrà durata di 3 anni e sarà possibile grazie al supporto della borsa di studio Fondazione Lilly che ha un valore totale di 210 mila euro. L’iniziativa è volta alla valorizzazione della ricerca in Italia: dal 2008 premia annualmente un giovane ricercatore italiano under 35 dandogli i mezzi per continuare a lavorare nel nostro paese, e assegna la borsa attraverso una metodologia assolutamente meritocratica basata su un sistema di peer review internazionale. Il progetto di De Caterina è stato riconosciuto come il migliore tra i 13 sottomessi quest’anno: “Si tratta di una tecnica a costo zero, se non per i costi iniziali del bracciale della pressione, che è comunque molto economico, e potrebbe ridurre fino al 30% i danni dell’infarto sul cuore” spiega lo scienziato. “Il mio studio ha l’obiettivo di fornire i dati a supporto affinché entri nella pratica clinica e sia utilizzato con i pazienti prima e dopo l’attacco cardiaco, in ambulanza e nelle ore successive”. In Italia gli infarti sono 120.000 ogni anno di cui 35.000 perdono la vita. L’effetto protettivo del  condizionamento ischemico remoto, indotto dal bracciale, è stato fino a oggi dimostrato prevalentemente sugli animali, ma il ricercatore Alberto De Caterina per la prima volta osserverà gli effetti attraverso la risonanza magnetica, ovvero la metodica più precisa e dettagliata oggi disponibile per misurare il danno subìto dal cuore, e studierà l’utilizzo combinato del bracciale prima e dopo l’infarto, ovvero in ambulanza, subito dopo l’apertura della coronaria e nelle ore successive e fino alle dimissioni.

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