Dolore nei cardiopatici, quali farmaci usare

Con l’aumento dell’età nella popolazione italiana è sempre più elevata la percentuale di persone che soffrono di più patologie. Alle malattie cardiache molte volte si associano diabete, artrosi e dolori articolari, osteoporosi. E capita sempre più spesso di assumere diversi farmaci insieme, senza considerare il rischio di effetti collaterali.
E sono proprio gli antinfiammatori i farmaci maggiormente utilizzati per tenere sotto controllo il dolore, senza considerare i rischi, soprattutto per chi ha malattie cardiocircolatorie. I farmaci antinfiammatori infatti aumentano il rischio di eventi cardiovascolari importanti, come infarto, ictus cerebrale e scompenso cardiaco. In chi abbia uno scompenso cardiaco o avuto l’infarto del miocardio, questi farmaci non dovrebbero essere per nulla utilizzati. E quando proprio devono essere utilizzati, questo deve essere fatto alla dose minima e per il periodo più breve possibile, come raccomandato anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Per dare una risposta efficace al problema del dolore cronico anche in queste categorie di pazienti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si possono utilizzare al meglio altre categorie di antidolorifici e in particolare gli oppiacei più efficaci, come l’ossicodone.
Di recente è stata resa disponibile un’innovativa associazione che consiste nella combinazione di ossicodone con  il naloxone, che previene la stipsi, l’effetto collaterale più comune dei farmaci oppiacei.

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