La fibrosi polmonare idiopatica è una rara malattia del polmone che progredisce con un meccanismo simile a quello del tumore e toglie la capacità di respirare. Sono quasi diecimila le persone colpite da questa malattia, per le quali oggi è finalmente disponibile una nuova terapia. Dal 5 luglio tutte le farmacie ospedaliere d’Italia, dal nord al sud passando per le isole, possono richiedere il primo farmaco indicato per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (IPF). I pazienti a cui lo specialista preposto, lo pneumologo, avrà prescritto il pirfenidone–questo il nome della terapia orale prodotta da InterMune – potranno e dovranno averlo semplicemente andando nella farmacia ospedaliera più vicina all’interno della propria regione, senza necessità di pagare nulla, senza attese, senza lunghi viaggi e senza che vi siano differenze da regione a regione: pirfenidone infatti non ha alternative terapeutiche e l’accesso dovrebbe essere automatico, di minimo diritto alla salute. Da quando ha ricevuto l’autorizzazione europea al commercio, nel febbraio del 2011, ad oggi, solo una piccola percentuale dei circa 6.000 – 9.000 pazienti italiani affetti da IPF, ha avuto l’opportunità di cominciare questa terapia aderendo a un programma di uso compassionevole (NPP) attivato dall’azienda. Per questo lungo periodo transitorio i pazienti sono stati costretti spesso a rivolgersi a centri lontani dalla propria città e a vivere nell’incertezza della disponibilità della terapia. E’ importante sapere che tutto questo è finito, con la commercializzazione arrivata lo scorso 29 giugno e con il completamento del processo di bollinatura, chiusosi a tempo di record ieri pomeriggio grazie alla celerità di Aifa, ora nessuna farmacia ospedaliera potrà dirsi priva di questo farmaco.
Intervista a Carlo Albera, Direttore della Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Azienda ospedaliera universitaria San Luigi di Torino, trasmessa da Telelombardia e Antenna 3