La popolazione dei “portatori” di pacemaker è anziana: in Italia oltre il 95% dei pazienti con pacemaker ha più di 60 anni e fa parte quindi della popolazione a più alto rischio di Sleep Apnea. Infatti, negli over-65 i disturbi respiratori del sonno sono presenti in oltre il 20% dei casi e si stima che la Sindrome di Sleep Apnea Ostruttiva sia presente nel 4% della popolazione over-60, indipendentemente dal sesso.
Il paziente con pacemaker, oltre ad essere anziano, può essere affetto da una serie di comorbilità cardiovascolari. La Sleep Apnea è una di queste ed inoltre – inserendosi in un circolo vizioso – impatta negativamente sulle altre comorbilità: in particolare è associata ad un aumentato rischio di complicanze cardiovascolari, quali ictus, ipertensione, scompenso cardiaco e aritmie cardiache.
C’è correlazione tra Sleep Apnea e comorbilità cardiovascolari – ed in particolare con le aritmie cardiache. Almeno 1 paziente con pacemaker su 4 soffre di Sleep Apnea di grado severo. Il rischio di Fibrillazione Atriale è 4 volte più alto nei pazienti con Sleep Apnea. Anche dopo il trattamento con cardioversione e/o ablazione il rischio di ricorrenza della Fibrillazione Atriale è più alto nei pazienti con Sleep Apnea. Il rischio di Scompenso Cardiaco è il 58% più alto nei pazienti con Sleep Apnea Severa, e i pazienti con scompenso e Sleep Apnea hanno una prognosi di sopravvivenza peggiore.
Ogni anno in Italia si impiantano più di 60.000 pacemaker: oltre 400 centri specializzati seguono migliaia di pazienti che soffrono di disturbi del ritmo cardiaco. Almeno uno su 4 di questi pazienti soffre anche di Sleep Apnea di grado severo e la maggior parte di questi non è diagnosticata né curata per questa patologia. I sintomi sono spesso erroneamente attribuiti all’età e alla vecchiaia. Con uno screening affidabile della Sleep Apnea anche il cardiologo può intercettare la patologia respiratoria e indirizzare il paziente al percorso diagnostico/terapeutico più appropriato.
Oggi sono disponibili i pacemaker REPLY 200 SR e DR di Sorin Group, che effettuano uno screening automatico dei pazienti con il rischio di apnea notturna di grado severo, grazie all’utilizzo di un sensore altamente affidabile che misura la ventilazione. L’Indice di Disturbo Respiratorio (RDI), che viene misurato e trasmesso dal pacemaker, è stato validato sulla base della polisomnografia, metodo di referimento utilizzato per diagnosticare l’apnea notturna7.
Grazie all’algoritmo per il Monitoraggio dell’Apnea Notturna di REPLY 200, i medici possono individuare gli eventi respiratori anomali notturni tramite una valutazione semestrale dell’indice di disturbo respiratorio, determinare la soglia di severità del disturbo e valutare i messaggi automatici relativi ai pazienti affetti da apnea notturna di grado severo.
“REPLY 200 offre uno strumento intuitivo che permette di fornire cure più complete ai nostri pazienti. Molti dei nostri pazienti portatori di pacemaker presentano co-morbidità, quali ipertensione e fibrillazione atriale. Qualora una terapia per il paziente non funzioni bene rispetto alle attese, possiamo facilmente controllare se l’apnea notturna sia un elemento di disturbo e, di conseguenza, adeguare la terapia”, ha detto Ezio Aimè, Responsabile del Servizio di Elettrostimolazione dell’IRCCS Policlinico San Donato, Milano, Italia.
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