Lui si sente vecchio e si imbarazza, lei si preoccupa e teme problemi seri di salute. Risultato: tensione, discussioni e litigi che mettono a rischio anche godere dei più semplici piaceri della vita di coppia – rilassarsi in casa, andare a cena fuori, viaggiare – e a risentirne è soprattutto l’intimità sessuale, per oltre il 70% degli uomini e l’81% delle donne italiane. E nel confronto con altri paesi gli italiani son gli uomini che meno riescono a godersi la vita quando soffrono di questi problemi di salute. E’ quanto emerge da una indagine promossa da Eli Lilly in 8 paesi tra cui l’Italia su un campione di uomini e donne che vivono l’esperienza di disfunzione erettile e sintomi urinari – irritazione, frequenza della minzione, dolore, difficoltà ad urinare e corse in bagno – causati dell’ingrossamento della prostata, condizione frequente negli uomini over 50.
L’indagine, presentata in occasione del Convegno Scientifico Internazionale della International Society for Sexual Medicine (ISSM) e della European Society for Sexual Medicine (ESSM), in corso a Berlino, aveva l’obiettivo di comprendere come le due problematiche entrino nella vita quotidiana degli uomini e delle coppie, compromettendo la qualità di vita e incidendo sul rapporto con la partner, oltre a capire quali siano le difficoltà nell’affrontare il problema con il medico.
I sintomi urinari sono vissuti dall’uomo come parte del naturale invecchiamento in misura molto maggiore rispetto alla disfunzione erettile (47% rispetto al 36% della disfunzione erettile) e per questo gli uomini tendono ad abbattersi e rassegnarsi: quasi nel 60% dei casi subentra la sensazione di sentirsi vecchi e tutto ciò crea tensioni nella coppia, discussioni di cui risentono in modo particolare le donne che segnalano in misura doppia rispetto agli uomini che alla fine “ci si evita”.
Se l’imbarazzo nel parlarne è forte – lo confessano il 75 % degli uomini – contrariamente a quanto ci si aspetta i problemi di disfunzione erettile sono meno imbarazzanti nel colloquio con il medico rispetto ai sintomi urinari (57% contro 43%), segno che la DE inizia ad essere ormai un tabù superato, mentre c’è ancora poca conoscenza delle conseguenze dell’ingrossamento della prostata e, quindi, dei sintomi urinari collegati. La correlazione esistente fra la DE e i sintomi urinari è ancora poco conosciuta dagli uomini, solo il 40%, mentre le donne mostrano di essere più informate dei loro compagni (60%).
“I sintomi delle basse vie urinarie, detti anche LUTS, sono fastidi spesso collegati all’iperplasia prostatica benigna e colpiscono fino a 7 milioni di italiani con il progredire dell’età” afferma il Dott. Andrea Salonia, urologo e andrologo della U.O. di Urologia Sede dell’Ospedale San Raffaele di Milano “Le più recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato il legame esistente fra disfunzione erettile e sintomi urinari ed i meccanismi comuni alle due condizioni, che possono coesistere anche nel 70% dei pazienti di età più avanzata”.
Quando si riesce a parlarne, le motivazioni sono diverse per uomini e donne: i primi lo fanno per sé stessi e per cercare sostegno da parte della propria compagna, per le seconde invece è spesso più marcato rispetto all’uomo il desiderio di affrontare il problema con l’obiettivo di migliorare anche la vita sessuale: quasi il 50% delle donne cita questa motivazione, contro il 40% degli uomini.
Nel confronto con altri paesi, gli uomini e le donne italiane sono quelli che più degli altri parlano fra loro del problema, segno che in Italia esiste il dialogo anche su questi temi. Ma sono proprio gli uomini italiani a lamentare più che i loro “colleghi esteri” il fatto che DE e sintomi urinari causino discussioni con la partner.
“Nell’ultimo decennio la felicità sessuale è diventata uno dei valori fondanti anche tra gli over 50 e per questo quando ai problemi di disfunzione erettile che ostacolano la vita sessuale si aggiungono i sintomi urinari che condizionano anche più semplici piaceri della vita a due, il carico di frustrazione e insoddisfazione nella coppia può diventare esplosivo” commenta la Prof.ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele-Resnati di Milano “Tuttavia, il fatto che ci si confronti, anche in maniera vivace, è comunque un segnale positivo rispetto al passato e denota una maturità delle coppie italiane di gran lunga superiore rispetto a quella di altri paesi”.
La convinzione che i sintomi urinari siano un normale segno di invecchiamento fa si che non si cerchi un trattamento farmacologico, anche se alla lunga l’impatto sulla vita quotidiana per l’uomo e il timore di patologie più serie del proprio compagno nella donna, spingono dal medico. Dall’indagine emerge che gli Italiani si curano in media di più rispetto agli altri paesi: 3 uomini italiani su 10, infatti, dichiarano di essere in cura con farmaci per i sintomi urinari.
“Oggi è possibile trattare efficacemente sia disfunzione erettile, sia sintomi urinari e per questo è importante non rassegnarsi ma anzi rivolgersi con fiducia al medico” conferma il Dott. Andrea Salonia “Spesso è difficile riconoscere gli uomini che presentano la doppia sintomatologia per la naturale reticenza del paziente a parlare della propria condizione. In questo però l’uomo può essere aiutato dalla propria partner: è proprio la donna spesso a poter notare e segnalare la presenza di segni e sintomi che vengono minimizzati o sottovalutati dal partner”.
E sul trattamento, sempre da Berlino arrivano conferme dell’efficacia di tadalafil, oggi l’unico farmaco che consente di trattare contemporaneamente disfunzione erettile e sintomi urinari con un’unica pillola.
Sono stati presentati per la prima volta in Europa i risultati di uno studio [1] realizzato da Eli Lilly, con il quale è stata valutata l’efficacia del trattamento combinato fra tadalafil (PDE-5) e finasteride (classe di farmaci ARI-5) negli uomini affetti da sintomi urinari collegati all’iperplasia prostatica benigna, con o senza disfunzione erettile.
Secondo i dati emersi, i pazienti trattati per 6 mesi con la terapia combinata di tadalafil 5 mg e finasteride per i sintomi urinari hanno mostrato un significativo miglioramento rispetto alla terapia con finasteride e placebo, sin a partire dalla quarta settimana e per tutte le 26 settimane di terapia, senza riportare differenze nel livello di soddisfazione rispetto al dosaggio né rispetto agli effetti collaterali.
Il miglioramento della terapia in combinazione tadalafil e finasteride, oltre che sui sintomi urinari, ha mostrato risultati positivi sulla disfunzione erettile negli uomini sessualmente attivi affetti da DE, prendendo in considerazione tutti gli aspetti della vita sessuale. Secondo la scala internazionale IIEF (International Index of erectile dysfunction), è stato osservato un miglioramento significativo sia della funzione erettile che del livello di soddisfazione rispetto all’attività sessuale. I dati emersi dallo studio mostrano che gli uomini in terapia con la combinazione tadalafil finasteride hanno risposto positivamente a partire dalla quarta settimana fino alla ventiseiesima, riportando un miglioramento rispetto alla disfunzione erettile, alla soddisfazione provata sia per il rapporto sessuale che in generale per la loro vita sessuale.
“I dati dimostrano come tadalafil in associazione a finasteride sia efficace sia sulla disfunzione erettile, che sui sintomi urinari moderati e severi” afferma il Dott. Andrea Salonia “La terapia combinata con tadalafil e il trattamento standard è superiore in efficacia alla sola terapia standard nel trattare i sintomi urinari legati all’ingrossamento della prostata.”
“E’ la prima volta che si pensa a trattare in maniera contemporanea e parallela i due disturbi – deficit erettile e sintomi urinari – che colpiscono al cuore il senso dell’identità sessuale maschile” aggiunge la Prof.ssa Alessandra Graziottin “L’elemento interessante è che mentre a 15 anni dalla introduzione dei primi farmaci la disfunzione erettile è entrata nella percezione di curabilità, questo non è avvenuto per i sintomi urinari che i maschi associano a sintomo ineludibile di invecchiamento. I disturbi urinario danno all’uomo un contraccolpo depressivo che se non affrontato colpisce il desiderio e la qualità di vita complessiva. Il fatto di dimostrare che il trattamento contemporaneo cura entrambi porta ad alleggerire questo carico negativo in maniera pragmatica”.
“L’augurio” conclude la prof.ssa Graziottin “è che da segnale ineludibile d’invecchiamento i sintomi urinari diventino solo un semaforo rosso che invita l’uomo a prendersi più cura della propria salute urologica oltre che sessuale.”
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