Il cartello “Chiuso per ferie” rischia di diventare una rarità, nell’estate 2013 degli italiani nella morsa della crisi economica: secondo le proiezioni 35 milioni di italiani dovranno rinunciare o tagliare drasticamente le vacanze, tanto che moltissimi potranno permettersi solo una settimana di riposo fuori casa. Secondo gli esperti riuniti in occasione del Congresso Nazionale dell’ANMCO, il mancato relax e la tensione che ne deriva aumentano il rischio di depressione e ansia e queste possono accrescere il pericolo di infarti e ictus, che sale anche perché il cuore e i vasi, se non si “stacca la spina”, sono più esposti a problemi cardiovascolari come ipertensione e aritmie. Ma i cardiologi rassicurano: basta anche solo una settimana di vacanze per ridurre il rischio soprattutto per anziani o soggetti con due o più fattori di rischio cardiovascolare che rinunciando alle ferie si esporrebbero a una maggiore probabilità di malattie ischemiche.
“Il riposo è fondamentale per la salute del sistema cardiovascolare perchè lo stress con cui siamo costretti a convivere durante i mesi invernali e le giornate lavorative aumenta la pressione arteriosa e l’alterazione dei fattori infiammatori indotta dallo stress facilita la formazione di trombi e coaguli pericolosi. Quando invece stacchiamo dalla routine e ci dedichiamo a ciò che amiamo di più o semplicemente ci riposiamo, anche cuore e vasi “prendono fiato” e stanno meglio – spiega Francesco Bovenzi, presidente ANMCO – Le vacanze sono dunque un momento prezioso per ricaricarsi e regalare una pausa rigenerante all’organismo, seppur breve e non lontano da casa, anche solo per una settimana, può essere quasi considerata una ‘terapia’ e riduce il rischio cardiovascolare. Il mancato relax aumenta invece la pressione arteriosa e la frequenza dei battiti, perché il cuore non si riposa a sufficienza: rinunciare alle ferie può comportare perciò un incremento della probabilità di ipertensione e del rischio di aritmie a seguito della rabbia repressa causata dal peggioramento della condizione socio-economica”.
La conferma arriva anche da uno studio svolto dal Servizio di Psicofisiologia Clinica del San Camillo-Forlanini di Roma, in collaborazione con la Cattedra di Psicofisiologia Clinica della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma. La ricerca condotta su 30 pazienti che avevano avuto un attacco di cuore dimostra che la tensione muscolare causata nel 61% dei casi da problemi socio-economici e isolamento sociale e nel 34% da difficoltà lavorative e familiari, aumenta del 30 per cento il rischio di depressione e questa, a sua volta, accresce del 20 per cento la probabilità di malattie cardiovascolari “Al necessario riposo perciò va aggiunto l’utilizzo di alcune strategie cognitive quali ad esempio la capacità di finire la giornata con pensieri prevalentemente positivi e la consapevolezza di essere capaci di affrontare le difficoltà e di sentirsi utili a se stessi e agli altri – osserva Silvia Rongoni, autrice dello studio e psicologa.
“Bisogna poi aggiungere che restare in città in estate è “pericoloso” anche per il maggior caldo che si è costretti a subire, con la minaccia della disidratazione e delle conseguenze negative che ne derivano sul lavoro cardiaco: il sangue diventa infatti più denso e il cuore fa più fatica a pomparlo in circolo”- avverte Bovenzi -” Sono particolarmente a rischio tutti i pazienti che già soffrono di una patologia cardiovascolare, come gli ipertesi, i pazienti con scompenso cardiaco o chi ha una patologia venosa.
Per chi dunque non potrà in nessun modo godere di un po’ di ferie allontanandosi da casa e sarà costretto a restare in città, i cardiologi ospedalieri hanno stilato una serie di “regole” per evitare problemi: “Chi soffre di una patologia cardiovascolare dovrebbe sottoporsi a un controllo dal cardiologo prima a inizio estate, così da aggiustare le terapie in base al clima più caldo se fosse necessario, ad esempio riducendo i dosaggi in caso di ipertensione – consiglia Bovenzi – Necessario anche tenere sotto controllo la dieta, evitando di cedere agli stravizi per non affaticare troppo l’organismo, e cercare di fare sempre un po’ di movimento nelle ore meno calde della giornata, ad esempio con una passeggiata nel quartiere alla sera. Fondamentale, infine, far sì che anche senza spostarsi da casa il periodo libero dal lavoro sia comunque un momento di “vacanza” da godere facendo qualcosa di divertente o interessante: una serata al cinema all’aperto, una cena low cost a una sagra, una visita a una mostra. L’importante è staccare almeno un po’ dalla routine, per il benessere del cuore e non solo”.
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