05 aprile 2012 –
La “questione femminile” fu nominata, per la prima volta, in medicina nel 1991, quando Bernardine Healy, direttrice dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica statunitense, parlò di “Yentl Syndrome”¹ sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine a causa dell’atteggiamento discriminatorio dei cardiologi nei confronti della donna.
Tuttavia, si è dovuto ancora attendere alcuni anni prima che l’OMS inserisse la medicina di genere nell’Equity Act affermando quindi che il principio di equità implica che la cura sia appropriata al singolo genere. In questi anni, però, è stato fatto pochissimo, quindi siamo ancora lontani da una politica sanitaria che rispetti le distinzioni di genere, perciò la Commissione Europea raccomanda che si promuova una politica in difesa della salute tenendo conto della diversità di genere.
In questa intervista Flavia Franconi – Presidente di GISeG-Gruppo Italiano Salute e Genere, e Professore di Farmacologia all’Università di Sassari, parla di medicina di genere e dei suoi aspetti principali